Mondo Jazz

Another side of Bill Frisell


Tre fuoriclasse del jazz contemporaneo ed una cantante dalle indiscutibili doti vocali, ed una manciata di canzoni, ispirate, direttamente o meno, al mondo del cinema. E'iniziata così la quindicesima edizione del festival Gezmataz a Genova giovedì 19 luglio con un' Arena del mare gremita di fans di Bill Frisell, alla fine contenti ma con un pizzico di rimpianto per quello che tre maestri come il chitarrista, il batterista Rudy Royston ed il contrabbassista Thomas Morgan avrebbero potuto esprimere in diverso contesto.Ma stavolta la partita è questa, il progetto "When you wish upon a star", che dal vivo diventa una vetrina per le estese ottave di Petra Haden, figlia del grande Charlie, con un gruppo che la supporta con creatività, ma senza particolari guizzi improvvisativi, nell'excursus attraverso una piccola parte del patrimonio cine musicale mondiale. Il pregio maggiore dell'operazione risiede forse nella capacità di Frisell e soci di ricostruire, in una dimensione volutamente rarefatta ed emotivamente pacata, classici delle colonne sonore costruiti in origine con sontuosi arrangiamenti orchestrali.Qui tutto è evocato da pochi accordi, un loop della chitarra, un solo del contrabbasso di Morgan ed il drumming mai invadente di Royston. E naturalmente dalla splendida voce della Haden che, dal centro del palco, coinvolge la platea nel gioco della memoria a chi indovina più titoli, spaziando dall' Henry Mancini dell'iniziale "Moon river", al Nino Rota di "The Godfather" fino al Morricone di "Once upon a time in the west" con la title track e la versione lievemente reggata di "Farewell to Cheyenne".Presenti in scaletta ovviamente John Berry con "You only live twice" ed il tema di "Goldfinger", le novità rispetto al disco sono una bella versione del classico di Jackson Browne "These days", una "Space oddity" immersa nella bambagia ed il Burt Bacharach di "What the world needs now", tutte canzoni che hanno lasciato il segno anche sul grande schermo.Finale con il brano che ispira l'intero progetto tratto dal film Pinocchio ed ulteriore bis con il traditional "Shenandoah" titolo originale anche del film del 1965 La valle dell'onore con James Steward. Alla fine resta l'impressione di un grande divertissment per Frisell che se la ride tutto contento dopo un'oretta e mezzo di (tranquilla) musica, lasciando all'immaginazione dei presenti gli altri orizzonti del proprio mondo musicale. Andrea Baroni