Mondo Jazz

I DUE VOLTI DI KENNY GARRETT


Concerto ricco di energia quello di giovedi' sera a Lecco, prima serata del Jazz Festival quest'anno in tono minore per quantità e qualità. Sul palco il quintetto dell'ex pupillo di Miles Davis, oggi cinquantottenne leader e un tempo giovane promessa a fianco dell'ultimo Miles.Indubbiamente Garrett ha una idea precisa su come gestire un proprio gruppo, concentrando su di se la maggior parte dello spazio solistico e propositivo, ma proprio questo, unitamente ad una seconda parte del concerto piuttosto discutibile, è apparso anche il maggior limite del quintetto.Solamente il pianismo di stretta derivazione monkiana di Vernell Brown, che ad un certo punto in pieno assolo ha citato letteralmente Blue Monk,  ha dato a tratti il cambio al tenore del leader, mancando del tutto un dialogo a piu' voci con la sezione ritmica chiamata esclusivamente a punteggiare e sostenere i voli di stampo post coltraniano di Garrett.Brani lunghi e dal tema semplice e ben marcato, lunghissimi assoli del sax, un interessante duetto con il batterista Marcus Baylor, un lungo solo accompagnato solo dal battito del piede (una reminiscenza alla Jimmy Giuffre, solo a velocità supersonica...) e per poco più di un'ora il gruppo, seppur con i limiti descritti, è parso distribuire con generosità, se non un dialogo tra strumentisti, una energia notevole r coinvolgente.Poi, di colpo, la svolta. Come recita il titolo dell'ultimo album uscito giusto due anni fa, Do you dance !, Garrett si improvvisa rapper invitando i John Travolta e le Olivia Newton John del Lario a scendere in pista, ed è subito festa (e notte fonda per quanto riguarda la parte musicale).Sarebbe stato un epilogo accettabile e simpatico se solo fosse durato il giusto. Invece la vicenda è andata oltre i limiti, e da possibile chiusura in gloria è diventata una festa di piazza di grana grossa.Che dire ? Che Garrett è solista preparato, intelligente, duttile e formidabile al fianco di un leader come ha ampiamente dimostrato con celebri collaborazioni. Meno interessante come titolare, oscillando tra diversi modi interpretativi  e senza una precisa direzione da intraprendere.