Mondo Jazz

IN ARRIVO IL NUOVO ALBUM DI COLEMAN


La piccola PI Recordings, etichetta tra le più coerenti e caratterizzate dell'attuale scena discografica (e pensare che sono solo in due...) annunzia con giustificato orgoglio l'uscita del primo volume di un 'live' dei Steve Coleman's Five Elements al Village Vanguard di New York.Coleman aveva calcato il palco della mitica cantina newyorkese agli esordi della sua carriera a cavallo degli anni '70/'80, prima con la Thad Jones/Mel Lewis Orchestra, e poi con la grande Abbey Lincoln (il buon giorno si vede sin dal mattino...). Nonostante la luminosa carriera seguita poi, e dipanatasi in luoghi ben lontani dal Vanguard, Coleman si è sempre fatto un punto d'onore di ritornarvi da leader, cosa che gli è riuscita nel 2015, rinnovando poi l'appuntamento negli anni successivi: forse sente ancora risuonare nel locale l'eco delle registrazioni di Coltrane e Rollins che costituiscono caposaldi della sua formazione, sentimento dichiaratamente condiviso anche dai suoi compagni Jonathan Finlayson alla tromba, Miles Oyazaki alla chitarra, Anthony Tidd al basso e Sean Rickman alla batteria."Spontaneo" ed "estemporaneo" non sono esattamente i primi aggettivi che vengono in mente pensando al coerente e caratterizzato corpus della musica di Coleman e dei suoi Elements, soprattutto quando si pensa agli album degli ultimi anni. Invece PI Recording spergiura che sono proprio le due chiavi migliori per descrivere le registrazioni dei due sets raccolte nel doppio album ora in uscita (è chiaro che si attende anche il Volume 2...). Messe da parte le sofisticate e complesse orchestrazioni degli ultimi lavori, i Five Elements nella formazione attuale hanno preso una lunghissima rincorsa di quasi quattro anni, dipanatasi in numerose 'residencies' in grandi città come Chicago, Detroit, Los Angeles e New York, in cui la coesione telepatica del gruppo è stata portata sino all'estremo in innumerevoli sessioni: di giorno concerti in scuole urbane ed strutture comunitarie per pubblici tendenzialmente svantaggiati (chapeau, Mr. Coleman...) e la sera in concerti nel circuito tradizionale."Coleman believes strongly that only constant and consistent performance as a unit will enable the music to fully blossom" : una lezioncina da meditare a tutti i livelli alle nostre latitudini.... e non parlo solo e soprattutto dei musicisti.Questo serrato tour de force preparatorio da parte di un leader e di una formazione di indiscussa reputazione è stato possibile essenzialmente grazie al fatto che Coleman l'ha largamente finanziato in proprio grazie alla sua organizzazione no-profit (chapeau due volte!!)Nonostante questo serrato rodaggio, il leader è riuscito a sorprendere i suoi compagni portando nuovo materiale durante la stessa settimana delle registrazioni, ed improvvisando sul palco la melodia di alcune nuove composizioni (come la "Embedded#1"). Qualche brivido anche per la band di scena su un palco così prestigioso, dunque, ma il chitarrista Oyazaki osserva che il risultato è stato "un suono che va al cuore dell'improvvisazione, non compiacente, non sedimentato in uno schema, un suono in lotta, di ricerca".Naturalmente non si può chiedere a Coleman di non esser l'alchimista che è, quindi vedremo tentativi di trasporre la logica della scrittura geroglifica egizia nella notazione dei suoi brani, catene melodiche fondate su anelli di due note 'incistate' nei temi ed altre invenzioni: per chi ammira lo Steve fine strumentista non mancheranno comunque ghiotte occasioni (in passato abbastanza rare ed in certa misura limitate).Attendiamo con impazienza il disco, rammentiamo invece ai tecnofili che per deliberata (e coraggiosa) scelta PI Recordings si affida solo a Bandcamp per il download digitale. Franco Riccardi