Mondo Jazz

Cuong Vu - Bill Frisell Quartet - Change in the air


 Dopo l’esordio con l’estemporaneo progetto dedicato alla musica di uno dei mentori di Bill Frisell, il compositore statunitense Michael Gibbs, con “Ballet: The Music of Michael Gibbs” (RareNoise Records, aprile 2017) per il quartetto che vede leader il trombettista vietnamita / americano Cuong Vu si trattava di consolidare una precisa dimensione identitaria, completando sul piano della composizione quell’intesa esecutiva già apprezzata nel precedente lavoro. E la cifra prevalente che assume rilievo in questo “Change in the air”, titolo -auspicio ad un cambiamento socio - politico, in Usa e altrove, pare essere proprio la varietà di toni e temi portati in comune da ciascuno dei quattro componenti del gruppo. Senza eccessive variazioni al modulo stilistico che vede spesso la tromba di Vu e la chitarra di Frisell impegnate all’unisono nell’enunciazione dei motivi tematici in un contesto spesso libero da briglie formali, la musica assume sembianze continuamente in divenire a seconda della mano dell’autore. Si parte così da una ballad old fashioned dai toni confidenziali come “All That’s Left of Me Is You” del batterista Ted Poor per passare, a firma del medesimo autore, al clima sospeso e scuro della seguente “Alive”, uno dei vertici del lavoro, dove gli intrecci elettroacustici richiamano le atmosfere elettriche davisiane, per arrivare a “Lately” terzo contributo di Poor al disco, un tempo lento connotato dalle lunghe ed avvolgenti della tromba di Vu. Dalle parole del leader la conferma che alla base delle sessions c’è un diffuso impegno collettivo “L’unica cosa da leader che ho fatto è stato fare in modo che ognuno inserisse correttamente nel proprio calendario i giorni da dedicare alle prove e alle registrazioni. Quasi un lavoro di segreteria. Ma fin dall’inizio l’intenzione era che ognuno portasse dei pezzi sui cui lavorare tutti insieme. E’ un gruppo di persone con cui sapevo di potermi lasciare andare e fidarmi, perché tutti desideravamo creare la migliore musica possibile dalla nostra interazione”. Il bassista Luke Bergman firma la cangiante “Must Concentrate” che rappresenta l’approccio più vicino al rock del quartetto con un tema pacato che si increspa nello sviluppo fino ad aumentare i decibel della chitarra di Frisell. A Vu spetta la parte più complessa ed intellettuale, con una vena in bilico fra free ed avanguardia che dà il meglio nel fuoco bruciante di “March of the Owl and the Bat” fitto di sequenze di assoli serrate ed avvolgenti. Infine Frisell, che dichiarando di avere volutamente privilegiato la dimensione dell’accompagnamento a quella del solista, firma tre brani inconfondibili per chi lo conosce : la delicata ma straniante “Look, listen”, la bellissima “Long ago” cha ha il passo ed il respiro di quei suoi inni alla natura e alla storia americana che abbiamo imparato ad amare, e l’epilogo in forma di ballad rarefatta e rallentata di “Far from here”. Con “Change in the air” il quartetto di Vu, Frisell, Poor e Bergman dimostra di credere fermamente nella forza del collettivo, ispirandosi ai più fulgidi esempi della storia del jazz, fra i quali non può mancare il quintetto di Davis di metà anni sessanta. E con queste premesse non resta che augurare loro una lunga vita insieme. Andrea Baroni