Mondo Jazz

JAZZMI: QUALCHE CONSIDERAZIONE


I nomi sono frutto di un attento mixage tra coloro che riempiono un teatro, ed in genere si tratta spesso di musicisti abusati fino alla noia, c'è poi una differenziazione di stili che può servire a rappresentare al meglio più gusti e più tendenze, ed infine una minoranza di artisti che, almeno a mio parere, rappresentano quanto di più nuovo in fatto di idee e soluzioni oggi si possa ascoltare. Questo scrivevo giusto un anno fa, e ora, programma del festival alla mano, mi pare che ben poco sia cambiato (vedi i due poster). I soliti noti (ci sarà, nascosto in qualche landa isolata, un italiano che ancora non ha visto Bollani, Rava  o Fresu ?), qualche deragliata di linea (Paolo Conte ? Che ci azzecca ? ), qualche ottimo nome da tempo non visto a Milano (Zorn, Kuhn, Art Ensemble of Chicago, Dave Holland, Abdullah Ibrahim), qualche altro visto anche troppo spesso (Frisell, Maceo Parker,Chick Corea, John Scofield) e infine qualche proposta del tutto intrigante, italiana e non.Sia chiaro, dopo la fine di Aperitivo in Concerto avere un festival a Milano è importante, e accontentare tutti i gusti non è semplice, ma, come lo scorso anno, manca quel colpo di reni che fa la differenza tra un festival ed un grande festival. Parlo da appassionato che esprime un parere in base alle proprie preferenze e ai propri gusti, ma è ovvio che il mio plauso va comunque agli organizzatori. Ai quali auguro di proseguire a lungo, magari strada facendo arriverà anche il coraggio di osare oltre il prevedibile.