"Non è tanto la musica ad essere importante, quanto ciò che ha da dire." (Ali Farka Toure)Savane è il canto d'addio di Ali Farka Toure. L'album è stato registrato a Bamako e terminato poche settimane prima della morte del grande musicista africano, avvenuta il 7 marzo di quest'anno. Un testamento musicale e spirituale di grande pregnanza e assolutamente svincolato da ogni logica discografica . Forse il disco più bello di Ali Farka, e certamente uno dei più magnetici ed affascinanti di questo 2006, prescindendo da qualsiasi etichetta di genere musicale. La musica del delta del Niger, un impasto materico e spirituale frutto dell'incontro di più lingue e culture, viene spinta dalla calda e profonda voce di Toure a vette di assoluto splendore. Per quanto il timbro vocale e l'andamento bluesy ricordino John Lee Hooker, accostare questa musica al blues è riduttivo e fuorviante. Qui c'è l'Africa con i suoi ritmi e le sue malie ipnotiche, i brani sono caratterizzati da sonorità secche e calde come il deserto, i tempi dilatati senza forzatura. Accanto alla chitarra acustica ed elettrica del leader, conferiscono anima e sangue i suoni dei due n'goni, antico liuto a quattro corde, pizzicati da Mama Sissoko e Basekou Kouyate, e il violino ad una corda di Fanga Djawara. Il colore ritmico è dato dal crepitante calabash, una zucca svuotata e percossa con le mani o con bacchette di legno da Souleye Kane. In alcuni brani compaiono come musicisti ospiti il flautista Yacouba Moumoni, il sassofonista Pee Wee Ellis, l'armonicista Little George Sueref e Massambou Wele Diallo al bolon , uno n'goni basso. La vetta dell'album è rappresentata dal brano che ne dà anche il titolo, Savane. Un lungo, magnifico reggae ridotto all'essenza musicale, con una voce vetrosa e nera che trasporta l'ascoltatore direttamente nel delta del Niger, là dove il grande fiume si perde e confluisce non nel mare, bensi' nel deserto. Molto curato il libretto dell'album, con i testi tradotti in francese ed inglese, mentre i brani sono cantati in prevalenza nelle lingue del delta: fulani, songhay e bambara. Un disco ammaliante e bellissimo, capace di evocare i colori e le suggestioni dell'Africa. Indispensabile.Valutazione : * * * * *La track list completa con la possibilità di ascolto dei primi 30 secondi di ogni brano cliccando qui
ALI FARKA TOURE / SAVANE (WORLD CIRCUIT 2006)
"Non è tanto la musica ad essere importante, quanto ciò che ha da dire." (Ali Farka Toure)Savane è il canto d'addio di Ali Farka Toure. L'album è stato registrato a Bamako e terminato poche settimane prima della morte del grande musicista africano, avvenuta il 7 marzo di quest'anno. Un testamento musicale e spirituale di grande pregnanza e assolutamente svincolato da ogni logica discografica . Forse il disco più bello di Ali Farka, e certamente uno dei più magnetici ed affascinanti di questo 2006, prescindendo da qualsiasi etichetta di genere musicale. La musica del delta del Niger, un impasto materico e spirituale frutto dell'incontro di più lingue e culture, viene spinta dalla calda e profonda voce di Toure a vette di assoluto splendore. Per quanto il timbro vocale e l'andamento bluesy ricordino John Lee Hooker, accostare questa musica al blues è riduttivo e fuorviante. Qui c'è l'Africa con i suoi ritmi e le sue malie ipnotiche, i brani sono caratterizzati da sonorità secche e calde come il deserto, i tempi dilatati senza forzatura. Accanto alla chitarra acustica ed elettrica del leader, conferiscono anima e sangue i suoni dei due n'goni, antico liuto a quattro corde, pizzicati da Mama Sissoko e Basekou Kouyate, e il violino ad una corda di Fanga Djawara. Il colore ritmico è dato dal crepitante calabash, una zucca svuotata e percossa con le mani o con bacchette di legno da Souleye Kane. In alcuni brani compaiono come musicisti ospiti il flautista Yacouba Moumoni, il sassofonista Pee Wee Ellis, l'armonicista Little George Sueref e Massambou Wele Diallo al bolon , uno n'goni basso. La vetta dell'album è rappresentata dal brano che ne dà anche il titolo, Savane. Un lungo, magnifico reggae ridotto all'essenza musicale, con una voce vetrosa e nera che trasporta l'ascoltatore direttamente nel delta del Niger, là dove il grande fiume si perde e confluisce non nel mare, bensi' nel deserto. Molto curato il libretto dell'album, con i testi tradotti in francese ed inglese, mentre i brani sono cantati in prevalenza nelle lingue del delta: fulani, songhay e bambara. Un disco ammaliante e bellissimo, capace di evocare i colori e le suggestioni dell'Africa. Indispensabile.Valutazione : * * * * *La track list completa con la possibilità di ascolto dei primi 30 secondi di ogni brano cliccando qui