Mondo Jazz

JAMAL E COURVOISIER/OTTAVIANO : UNA GIORNATA PARTICOLARE


Con il doppio appuntamento pomeridiano e serale si è chiusa idealmente la stagione concertistica invernale milanese. Due proposte estremamente diversificate ma di grande suggestione e bellezza. Nel tardo pomeriggio nell'Auditorium della Società Umanitaria si è esibito il duo costituito da Sylvie Courvoisier al pianoforte e Roberto Ottaviano al sax soprano e alto. Una proposta di notevole spessore e non usuale, anche se i due si conoscono da oramai vent'anni. Il set è stato molto intenso, aperto e chiuso con citazioni di Thelonious Monk, estremamente libero ed innovativo ma anche sapientemente meditato e costruito. Il suono del soprano ha immediatamente evocato Steve Lacy, sopratutto per via dell'apertura monkiana del concerto, ma poi ha sviluppato una personale cifra stilistica evidenziando la maturità ed il percorso personale  del sassofonista pugliese. La Courvoisier dal canto suo ha utilizzato il pianoforte spesso come uno strumento a percussione, sfregando e percuotendo le corde con biglie di ferro, martelletti e nastri adesivi, ma anche evidenziando un tocco morbido e pulito dal quale trasparivano gli anni di formazione accademica . Il concerto ha avuto punte di intensità espressiva e di grande originalità, culminate con un magnifico secondo brano, ma a parte forse qualche lungaggine di troppo nella terza parte, il duo si è rivelato come uno dei più interessanti e propositivi della scena contemporanea . Peccato abbia una esistenza cosi' estemporanea e senza definiti progetti futuri. Un'ora e venti di musica contemporanea di altissimo livello.Negli anni '60 Miles Davis all'apice del successo non perdeva occasione per andare al ascoltare un giovane pianista ai più sconosciuto: si trattava di Ahmad Jamal, autentico fuoriclasse del pianoforte e personaggio di  classe purissima. Un caposcuola senza allievi, capace di estrema potenza, grande senso del ritmo e con un tocco ugualmente morbido e intriso di lirismo. Tutte peculiarità che il nostro ha puntualmente messo in mostra nel concerto serale al Blue Note accolto da un pubblico giustamente entusiasta. Una sezione ritmica scattante e puntuale e perfettamente comandata dai gesti imperiosi di Jamal ha contribuito alla riuscita del set, ma lo stato di grazia del pianista è attualmente talmente debordante che agli altri musicisti rimane solamente un ruolo da comprimari. Improvvise accelerzioni, rallentamenti gestiti con incredibile souplesse, temi raddoppiati, sensazione di grande facilità e perfetto controllo della tastiera: sotto le dita del pianista sono scorsi i nuovi brani dell'album appena uscito (It's magic) ma anche vecchi evergreen. Poinciana è apparsa fresca e nuovissima nella rivisitazione del quartetto, ma tutta l'ora ed un quarto è trascorsa velocissima e appagante. Un gigante, un musicista poco strombazzato dai media ma di assoluta sostanza. Se capita nella vostra città non lasciatevelo sfuggire.