Mondo Jazz

FESTIVAL JAZZ O BUSINESS E MARKETING ?


Credo sia evidente a tutti coloro che passano da questo blog che non posso essere tacciato come un purista del jazz (termine tra l'altro assolutamente contradditorio, anti-storico e di sapore wyntonmarsaliano che non mi appartiene minimamente). C'è però un limite dettato dal buon gusto e dall'autentico valore musicale nelle "contaminazioni" che gli organizzatori di festival propongono. A Lugano, come del resto a Montreaux, in moltissimi festival francesi e, in misura sempre maggiore, anche a PERUGIA, il business ha sostituito qualsivoglia direzione. Il più delle volte un programma di un festival è dettato dalle agenzie e non dai direttori artistici. Si verificano quindi affastellamenti di musicisti, venduti a pacchetti in Europa, sicchè andare a Perugia o a Pescara o a Juan Le Pins è ininfluente, perché comunque si ascoltano gli stessi musicisti. L’unica differenza, e non da poco, che da noi il costo dei concerti è sensibilmente più alto, chissà mai perché, anche se credo di avere molte idee in proposito….Per fortuna esistono altre realtà, il più delle volte piccole e locali, ma con il timone ben saldo su progetti che mettono la ricerca e la sperimentazione al posto degli incassi e della visibilità. A Lugano manco da anni, a Perugia non credo di andarci più. Peccato, ma inevitabile dato lo sviluppo delle situazioni. Chiamare Estival jazz una rassegna dove non c’è traccia di jazzisti da molti anni è sintomatico: se Marty cambiasse il nome, che so, con Rock e Gruviera, sarebbe certo più coerente ma forse il senso del ridicolo non lo avvertirebbero solo gli appassionati…Non capisco perché ai grandi festival vengano chiamati, e sempre più numerosi, musicisti che nulla hanno a che fare con il soggetto fondante. Giorgia, Pino Daniele, Riccardo Cocciante……niente di personale, ovvio, ma se la prima della Scala vedesse protagonista Franco Battiato, la cosa farebbe parecchio scalpore e non solo sulla stampa italiana. Invece proporre pop asfittico e star decotte pare ormai un must ai festival jazz di una certa dimensione. Pressione degli sponsor ? Rimbambimento precoce dei direttori artistici ? Mah, comunque nel dubbio meglio tenersi alla larga .