Mondo Jazz

PAOLO ANGELI


Ieri sera ascoltavo su Radio Tre con ammirazione il concerto in solitaria tenuto da Paolo Angeli lo scorso 27 luglio al Festival di Clusone. Paolo è uno dei pochi musicisti che ancora non sono riuscito ad ascoltare dal vivo; sono un fedelissimo del festival di Clusone ma purtroppo i concerti finali sono proibitivi per me, rischierei di tornare a casa alle prime luci dell'alba per poi dover andare al lavoro. Tornando all'oggetto del post, ogni volta che ascolto Angelo rimango strabiliato da quello che il musicista sardo riesce a cavare da quella chitarra sarda modificata. Ora violino ora chitarra elettrica, ma anche percussioni, violoncello, rumori e respiri. Un tutt'uno tra musica e musicista, inscindibili uno dall'altra. La chitarra ha una serie di martelletti e servo meccanismi che Paolo aziona con i piedi scalzi, forse residuo di una passata esperienza di batterista che giustifica questa maestria ritmica. Quando usa l'archetto ne escono suoni tra il violoncello e il  contrabbasso e come se non bastasse mentre passa sulle corde percuote la cassa con l'arco in una sorta di ritmo sincopato. Meravigliosa la sensazione che pervade l'ascoltatore quando, dopo una lunga sequenza di suoni elettronici, improvvisamente parte un arpeggio nitido ed acustico. O, come nel caso del video che sta girando, improvvisamente si materializza la melodia semplice ed irresistibile del brano di Bjork. http://www.paoloangeli.it/http://www.myspace.com/paoloangeliQui sopra un'altra versione dello stesso brano dove è possibile ammirare il gioco dei pedali e l'architettura dello strumento.