Mondo Jazz

BERGAMO JAZZ E ANCHE UN PIZZICO DI CLUSONE


Il festival, quest'anno per la prima volta con la direzione artistica di Paolo Fresu, esibitosi anche come impeccabile presentatore , si è sviluppato su quattro giornate con appuntamenti che dal primo pomeriggio si sono prolungate fino a notte inoltrata. Per chi come me parte da lontano inevitabile scegliersi una giornata. Scartata la serata di Garbarek con l'Hilliard Ensemble per eccesso di ascolti negli ultimi anni, impraticabili il giovedi' e la domenica per gli orari, rimane il venerdi', che mi offre la possibilità di ascoltare il quartetto di D'Andrea e anche il quintetto di Manu Katchè. Liquido subito quest'ultimo, che presentatosi con una formazione di ripiego con il solo Eric Legnini come patner di livello, da vita ad un set senza eccessive pretese, in cui le belle composizioni provenienti dagli album E.C.M non bastano a riequilibrare un concerto rovinato dagli eccessi dello stesso leader. Come molti batteristi dotati di tecnica sopraffina, Katchè è formidabile come accompagnatore e prevaricatore come leader; suonare a volume altissimo soffocando gli altri musicisti non è mossa particolarmente intelligente se non di fronte a pubblico musicalmente sprovveduto. Io me ne sono andato dopo una mezz'ora per salvaguardarmi l'udito.Di tutt'altra pasta il concerto del quartetto di D'Andrea, teso, swingante e ricco di idee, esattamente come il pregevole album edito dalla Blue Note e registrato live a Siena. Sospinto da una formidabile sezione ritmica, Mella e De Rossi, Franco ha sciorinato il suo intenso mood, con quell'approccio assolutamente personale e riconoscibile all'interno delle sue composizioni percorse da invisibili fili di raccordo con gli altri membri del gruppo. Figura assai singolare è certamente Andrea Ayassot, sassofonista tanto funzionale al discorso musicale di Franco quanto singolarmente poco dotato di swing e con un approccio allo strumento più da concertista classico che da jazzista. Eppure, nonostante queste perplessità, il gruppo è espressione tra le migliori del jazz italiano e quanto di meglio si possa ascoltare oggi in Europa. Nel pomeriggio concerto di due giovani e talentuosi musicisti italiani, Luca Aquino e Raffaele Casarano impegnati in un set dove a predominare è stata l'elettronica, qualche volta a scapito di semplicità ed idee. I due rappresentano indubbiamente una bella realtà, ma il progetto non mi è parso ne particolarmente a fuoco ne ricco di soluzioni originali.Presentazione pomeridiana anche per il 29° Festival Jazz di Clusone, che, a scapito di sponsor che si dileguano, riesce anche quest'anno a mettere in piedi un buon programma articolato su circa un mese e mezzo di concerti in diversi comuni lombardi più il prologo a Finale Ligure. A breve il programma completo sul sito del festival ed una adeguata presentazione sul blog.