Mondo Jazz

ANCORA SU APERITIVO IN CONCERTO


Mentre buona parte dei festival estivi ha svelato solo in parte il proprio cartellone, la prestigiosa rassegna milanese che vede Gianni Gualberto alla guida festeggia la 25° edizione annunciando fin da ora il programma che dall'inverno prossimo ci accompagnerà alla primavera del 2010. Letti i nomi non si può che plaudire alle scelte: il programma non solo è all'altezza della ricorrenza ma sicuramente è uno dei più stimolanti festival italiani, comprendendo pure quelli estivi. Si tratta inoltre di una delle poche rassegne italiane finanziate esclusivamente da privati, e se Mediaset e Publitalia non raccolgono il mio entusiasmo per altri versi, va riconosciuta la lungimiranza culturale nei confronti della musica afro-americana. Spigolando tra le note di presentazione del comunicato stampa ufficiale, ecco un sunto delle proposte:Il cartellone 2009-2010 testimonia dell’influenza esercitata sulla nostra quotidianità culturale, sia accademica che non, dalla messe di contributi che affluiscono dall’Asia, dall’Africa, dalle Americhe: il suo tema è, perciò, quello del viaggio, iniziatico o puramente di piacere, l’esplorazione di altri mondi, la curiosità nei confronti dell’Altro.         A Night In The Old Marketplace in prima europea (29 novembre), trascinante pièce di teatro musicale tratta da un testo dello scrittore yiddish Yitskhok Leybush Peretz e realizzata dal compositore e trombettista Frank London, rende omaggio alla millenaria tradizione multiculturale ebraica con il contributo di una serie di cantanti e strumentisti provenienti da più parti del mondo, come il cantante di origine indiana Manu Narayan (star di musical come Bombay Dreams) o Vinicio Capossela (voce recitante).         Il noto pianista e compositore americano di radici indiane Vijay Iyer presenta in prima assoluta (7 febbraio) un suo nuovo lavoro vocale e strumentale, ancora in corso di composizione, in cui –con la partecipazione del cantante e compositore hip hop Mike Ladd- opera una fusione fra elementi culturali indiani e materiali tratti dalla tradizione popolare americana, mettendo in musica una serie di lettere inviate ai propri cari da militari americani in servizio in Iraq.         La Either/Orchestra, gruppo strumentale americano guidato dal sassofonista e compositore Russ Gershon, che da anni viene considerato uno fra i più significativi complessi sulla scena improvvisativa, presenta in prima italiana (24 gennaio) il frutto di un lavoro di ricerca che conduce dal 2004 insieme ad alcuni straordinari musicisti etiopi. Già applaudito nel corso dell’ Ethiopian Music Festival di Addis Abeba, lo spettacolo (intitolato An Ethiopian Extravaganza, con ironica e rovesciata allusione agli antichi spettacoli degli ottocenteschi minstrel americani, che presentavano musiche degli schiavi africani in America travestendosi, nerofumo in faccia, da africani-americani), traccia un affascinante percorso alle radici africane del jazz. Con la collaborazione di artisti etiopi come Mulatu Astatke (che molti ricorderanno nell’apprezzata colonna sonora del film Broken Flowers di Jim Jarmusch) e Mahmoud Ahmed, la Either/Orchestra affronta un viaggio attraverso l’Ethio-jazz, commistione fra jazz e musiche tradizionali africane, nata agli inizi degli anni Sessanta.         Il grande batterista Hamid Drake, una fra le massime figure della musica improvvisata odierna, in anteprima assoluta (31 gennaio), compie anch’egli un viaggio alle radici del sincretismo africano-americano, ripercorrendo assieme al gruppo Bindu il cammino dell’influenza esercitata dalle musiche caraibiche sulla tradizione musicale popolare americana, con particolare attenzione al mondo del reggae, che viene reinterpretato con la collaborazione del rapper e vocalist Napoleon Maddox (alcuni lo ricorderanno al Teatro Manzoni a fianco del leggendario sassofonista Archie Shepp) e di alcuni fra i musicisti di punta delle scene di Chicago, fra cui il chitarrista Jeff Parker (già solista in un gruppo come i Tortoise).Hypnotic Brass Ensemble, una straordinaria orchestra d’ottoni nata a Chicago, ci porta (prima italiana 13 dicembre) nel cuore delle nuove comunità createsi nel mondo della musica globalizzata. Cultori della tradizione come festa, della cultura come rito gioioso da condividere con gli altri, Hypnotic Brass Ensemble è una tribù che della musica fa un happening  teatrale trascinante: i suoi otto componenti –che da anni si esibiscono per le strade, nei parchi, nelle sotterranee della metropolitana come nelle sale da concerto- sono tutti figli di Kelan Phil Cohran, noto pedagogo chicagoano e per lungo tempo trombettista nella mitica Arkestra di Sun Ra, che a Milano si esibirà insieme a questa sua affascinante e coinvolgente famiglia-orchestra.         Già da anni “Aperitivo in Concerto” ha allacciato un proficuo rapporto con John Zorn, fra i più significativi creatori musicali contemporanei, che in prima europea presenta un altro capitolo del suo personale percorso all’interno delle correnti mistiche dell’Ebraismo. Lo storico gruppo Masada (con il trombettista Dave Douglas, il pianista Uri Caine, il contrabbassista Greg Cohen, il batterista Joey Baron) interpreta, unica data italiana (16 novembre), una serie di composizioni che Zorn ha dedicato, nella sua serie intitolata The Book Of Angels, a Stolas, angelo caduto, principe infernale, depositario dei segreti dell’astronomia, delle piante velenose, delle pietre preziose. Ospite speciale del progetto è una fra le più importanti figure del jazz contemporaneo, il celebrato sassofonista Joe Lovano.Alle molteplici intersezioni fra la tradizione musicale africana-americana e la Diaspora culturale africana in tutto il mondo è dedicato in prima italiana (14 febbraio) l’incontro fra il World Saxophone Quartet (storica aggregazione fra eccezionali solisti come Oliver Lake, David Murray, James Carter, Hamiet Bluiett) e M’Boom, gruppo fondato nel 1970 dal leggendario batterista e compositore Max Roach, che comprende alcuni fra i migliori percussionisti e batteristi sulla scena musicale internazionale: Eli Fountain, Steve Berrios, Warren Smith, Ray Mantilla e Joe Chambers.         Da tempo “Aperitivo in Concerto” dedica parte della sua programmazione al jazz, uno dei più innovativi ed influenti linguaggi musicali del Novecento, vero e proprio precursore della globalizzazione culturale che viviamo ai nostri giorni: l’inaugurazione della stagione, non casualmente, è affidata (2 novembre) ad una leggenda della musica del Novecento, il sassofonista Sonny Rollins, di ritorno a Milano dopo lunghissima assenza.Il contrabbassista Miroslav Vitous, strumentista la cui carriera è stata contraddistinta da una creatività curiosa e fuori dai confini, presenta (8 novembre) una rilettura di composizioni legate al periodo da lui trascorso in un celebre gruppo improvvisativo come Weather Report, di cui è stato fra i fondatori. Lo affianca un gruppo di notevoli solisti, fra cui spicca il clarinettista Michel Portal, figura di assoluto spicco della musica europea.         Chiude (14 marzo) la venticinquesima edizione di “Aperitivo in Concerto” l’esibizione di un grande pianista, Stanley Cowell, la cui arte, di supremo livello tecnico e concettuale, rappresenta uno dei vertici del pianismo jazzistico moderno.