Mondo Jazz

LIBERO


Quando provai ad aprire un blog, era la fine del 2005, mi parve naturale provare con Libero. Ero, e ancora sono, in parte sconcertato e in parte affascinato da questo mezzo mediatico: diciamo pure che la stragrande maggioranza dei blog è puro sfogo (pre e post adolescenziale), senza costrutto e senza futuro. Niente o poca cultura, toni  abbastanza surriscaldati ed argomenti modesti, raramente oltre il cantante o la notizia del momento. Per me inconcepibili i blog a tema sportivo: mi basta e mi avanza il bombardamento mediatico di giornali e televisioni. Noiosi quelli a luci soffuse: ammesso che interessi l'argomento, dopo poco la minestra si fa insipida. Palestra di esibizionismi spesso a sfondo razzista e di sterili polemiche quando il tema è politico, insulsaggini a go-go se lo spazio si occupa di musica, letteratura o cinema. Non sopporto i blog glitterati, il vogliamoci bene zuccheroso e lontano dalla realtà, il chiacchiericcio, il puro cazzeggio. Sono un blogger atipico: credo che la quantità dei numeri sia sempre a discapito della qualità dei contenuti.Trovo sempre imbarazzante riscontrare che Coltrane  o  Angelopoulos siano sconosciuti ai più. Non mi piace per niente la maniera del “nostro” provider di porgere le notizie, quel tono a metà tra il voyeuristico pruriginoso e il finto scandaloso. Non amo ne comprendo le classifiche, anzi le trovo particolarmente improbabili e finte. Non condivido la tolleranza verso blog offensivi della libertà di pensiero o dichiaratamente nazi-fascisti. Spesso ho pensato di cambiare aria, ma non mi sono mai illuso di trovare qualcosa di differente da altre parti, per cui ho preso atto dei limiti dello strumento scelto. Probabilmente sarei più adatto a lavorare in un sito musicale, cosa che per’altro già faccio, che non a gestire un blog dal taglio più giornalistico che colloquiale. Non amo la chiacchiera fine a se stessa  ne la polemica che non porta da nessuna parte. Preferisco nessun commento a commenti inutili.  Bilancio disastroso ? Solo in parte. In mezzo alle inutilerie ci sono pochi splendidi spazi ben gestiti e piacevolissimi da leggere che pareggiano le copiose insulsaggini. Purtroppo i più resistono pochi anni, e ne capisco benissimo le motivazioni. Curare con attenzione e rigore un blog è lavoro faticoso, non pagato e senza nessun tornaconto. Potrei fare un piccolo elenco di bloggers dei quali ero diventato affezionato  lettore e che non ci sono più. Me ne rimangono un pugno e raramente mi capita di aggiungerne qualcuno di nuovo. Non credo certo che i blog di Libero siano i 150mila e oltre che vengono sbandierati: quelli "vivi" sono molti, molti meno. Quelli aggiornati con regolarità una fetta di gran lunga ancora meno consistente. Quelli interessanti, almeno per me,  poche decine. E' solo il mio parere, certo, e non ho pretese di verità rivelate. Cerco di gestire il mio spazio con rigore e passione. So di avere una audience molto limitata visto l'argomento che non concede appigli ai non iniziati. Non mi interessano i numeri, scrivo per puro divertimento e sfogo, una sorta di auto-terapia che mi rilassa e mi da il piacere ogni tanto di conoscere qualche appassionato. Scorrendo i video musicali di Libero, sempre a mio modo di vedere, di una modestia impressionante, mi è capitato di trovare questo reportage sul Jazz Festival di Ischia dello scorso anno. Poichè credo che nessuno mai lo pubblicherà, provvedo personalmente, anche in considerazione del fatto che siamo a metà giugno e ancora non giungono notizie sulla edizione 2009......