Mondo Jazz

THE DOPPLER TRIO - LIVE (CD-BABY)


The Doppler trio è formato da Erik Hoagland al sassofono tenore, Brandon Essex al contrabbasso e Brian Carmody alla batteria. Tre giovani musicisti californiani del tutto sconosciuti fino alla pubblicazione per CD Baby di questo album live. Nel loro spazio su My Space il trio sciorina una lunga sequenza di influenze e riferimenti del tutto imprevedibili e di difficile accostamento, da Albert Ayler agli AC/DC passando da Coltrane ma senza dimenticare Goran Bregovic. La musica balcanica è difatti una influenza precisa e molto presente, con diversi brani che pescano tra spezie e profumi dell’Europa orientale. Ma il jazz è spina dorsale del trio, e nonostante al primo ascolto questo gruppo abbia un impatto e delle evidenti derivazioni molto europee, il linguaggio è quello della libera improvvisazione intorno ad una melodia, spesso solo un accenno di tema sorretto e spinto da una sezione ritmica duttile e affatto imprigionata entro schemi definiti. Il sassofono di Hoagland rievoca con calore e passione il suono dei grandi maestri del passato, e sa esprimere un adeguato livello di personalità e creatività. Le composizioni hanno il pregio dell’immediatezza, spesso le melodie ricordano e rimandano a temi noti e la sensazione di familiarità è sempre presente. Infine il trio si colloca in un ambito post free, pescando a piene mani da influenze disparate senza peraltro legarsi ad alcuna forma espressiva predeterminata. Già l’iniziale A Lil Dulab esplica chiaramente le coordinate del gruppo: un tema secco e caracollante, un contrabbasso pastoso, un sassofono insinuante e potente ed un serrato gioco a sostegno della batteria. Il successivo Sneaky D’Anjou presenta una melodia ammiccante, sottilmente rollinsiano nello sviluppo delle dinamiche del tenore. Romsko Kolo , Burkan Cocek e Korobochka pagano tributo alla musica rom, pur mantenendo una adeguata distanza da modelli pedissequi. Brandon Essex si ritaglia spazi solistici di sostegno alla melodia, confermandosi musicista interessante e poliedrico. Anche in Dark Eyes il contrabbasso intesse e ricama , mentre il sassofono esplora tutti i registri armonici della intrigante melodia. Divertente il lento e strascicato Texican Mango, che muta in walzer e poi in un tango sgangherato che tanto profuma di Breuker Kollektief. Un debutto discografico pieno di promesse, divertente e divertito che lascia intravedere ampi margini di miglioramento.