Mondo Jazz

MICHELE DI TORO TRIO ALL'AUDITORIUM DI VITTORIO


Concerto di presentazione del nuovo album, From The Sky, e al di fuori della programmazione di Atelier Musicale quello che ieri pomeriggio ha visto il trio di Michele Di Toro esibirsi davanti ad un auditorium con, purtroppo, larghi vuoti. E dire che si trattava di un concerto gratuito e che il trio si presenta come una delle formazioni italiane più interessanti e originali. Il concerto si è imperniato ovviamente sul repertorio del nuovo disco, ripescando solo alcuni brani da precedenti album più un bellissimo standard, Soul Eyes. Non avevo mai ascoltato Di Toro in concerto, e per quanto gli album precedenti fossero interessanti e ben suonati, l'impatto in concerto è sempre determinante per inquadrare e comprendere al meglio un musicista. La prima impressione è di grande padronanza tecnica e di una accurata preparazione accademica, doti che accomunano anche il virtuoso contrabbassista russo Yuri Goloubev. In effetti la formula del trio ruota intorno alla formazione classica dei due, con continui scambi di ruolo, favoriti da un drumming elastico e leggero da parte di Marco Zanoli. Nota dolente il riverbero acustico che rende l'ascolto della musica problematico: nonostante Maurizio Franco nella presentazione del concerto abbia illustrato i lavori eseguiti per il miglioramento del suono, il risultato finale è, ne più ne meno, lo stesso di sempre. Tornando alla musica espressa dal trio, va rimarcato il notevole contributo compositivo, tutto improntato ad una sobria liricità di forte impatto emotivo. In questa caratteristica sta, a mio parere, il maggiore pregio ma anche il limite espressivo del gruppo. I temi, classicheggianti, con un riverbero jarrettiano  di fondo, sono di grande impatto e di sottile bellezza. I momenti di assolo particolarmente ispirati e perfettamente calibrati. La maestria strumentale di Goloubev è impressionante, l'espressività a 360 gradi di Di Toro è evidente: un appunto potrebbe venire dalla eccessiva omogeneità del repertorio, troppo simile e, per via della scelta espressionista, nella mancanza di un beat marcato. Nell'intervista ai musicisti tutti questi appunti vengono affrontati e spiegati proprio in nome dell'originalità delle scelte e del repertorio, nonchè delle caratteristiche dei musicisti stessi. Concerto godibile.