Mondo Jazz

E' USCITO JAZZIT DI GENNAIO/FEBBRAIO


La nostra pubblicazi
one bimestrale da più di dieci anni è impegnata nella divulgazione della musica jazz in Italia. La preziosa fattura tipografica (stampa in piano e rilegatura con brossura cucita) rende ogni numero della rivista un volume da collezionare.JAZZIT si distingue per ampie COVER STORY monografiche dedicate ai protagonisti della scena jazz contemporanea e di sempre, e per gli studi abbinati all’allegato discografico edito dalla JAZZIT RECORDS (in collaborazione con il Museo del Jazz di Genova).JAZZIT seleziona per i propri lettori una ricca agenda di concerti; presenta festival e rassegne; propone concorsi musicali; cura interviste ad artisti nazionali e internazionali; pubblica servizi di approfondimento storico-musicale; ricerca e fa conoscere nuove etichette discografiche nonché i migliori jazz club del nostro Paese e del mondo; cura rubriche di guida all’ascolto e di analisi di standard celeberrimi; recensisce dischi, libri e dvd, prestando particolare attenzione anche ai musicisti emergenti e alle ristampe di album storici; presenta una sezione dedicata all’audiofilia e all’Hi-Fi.JAZZIT è corredata delle dispense didattiche a cura della Fondazione Siena Jazz.Fin qui le note di presentazione del nuovo numero del bimestrale della Vanni Editore. A me preme invece parlare della sostanza del magazine, che ormai ha tagliato il traguardo dei dieci anni di vita. Il tempo non è passato invano, la rivista è molto cresciuta e migliorata. Elegante nella confezione e graficamente accattivante, dedica da sempre un grande spazio ai musicisti italiani e non solo ai più noti. Negli ultimi tempi il punto di forza mi pare sia diventata la monografia, scritta solitamente a più mani, riesce a dipingere con pennellate agili ma nello stesso tempo solide e profonde il ritratto del musicista. Ho apprezzato molto il lavoro su Corea e su Zorn, forse perchè ancora oggi protagonisti eccellenti e quindi più intriganti nel mio immaginario di appassionato. Non mi pare invece particolarmente appetibile il compact disc: anche qui fin che è stato possibile un accordo con una etichetta (la Auand) il famigerato dischetto aveva almeno il pregio dell'originalità. Da quando invece ci si è posizionati su compilations pescate nella storia dei grandi protagonisti il mio interesse è scemato di molto. Rispetto alla consorella Musica Jazz però, la rivista umbra concede la possibilità di abbonamento senza cd, ed è proprio quello che farò quest'anno. Altro punto debole, a mio parere naturalmente, è la parte informativa: data la cadenza bimestrale il più delle volte si tratta di notizie "vecchie". Leggo comunque che è alle porte il restlyng del sito web: potrebbe essere la soluzione al problema, demandando alla rete l'attualità informativa si guadagnerebbero anche molte pagine. Migliorabile è sicuramente la parte dedicata alle recensioni, spesso troppo corte, senza possibilità di grande attualità dati i tempi, senza contradditori per quanto riguarda gli album più significativi e anche un pò troppo "italiocentrica" nelle scelte. Mossa vincente e che potrebbe risolvere molti dei "problemi" che segnalo sarebbe il passaggio del magazine da bimestrale a mensile, ma detto questo, che riflette la mia speranza di lettore, dico subito che non conosco i problemi di distribuzione e di gestione che tutto questo comporterebbe. Rimane una rivista intrigante, facilmente leggibile, ricca di interviste e di approfondimenti. Vista la scomparsa del terzo "concorrente" in edicola, la comasca Jazz Magazine, la speranza è che le due rimaste migliorino e si rinforzino sempre di più.