Mondo Jazz

LA STORIA DI GIUSEPPI LOGAN


Parrebbe l'ennesima storia del musicista jazz maledetto e sfortunato, ma questa volta sembra che il finale sia lieto. Giuseppi Logan ebbe una breve e folgorante stagione creativa a metà degli anni '60, quando incise per l'etichetta ESP a capo di un gruppo notevole che vedeva Don Pullen al pianoforte, Milford Graves alla batteria e Eddie Gomez al contrabbasso. Grande interesse della critica e degli appassionati all'ascolto delle registrazioni, ma il musicista, divorato da droghe e disagio mentale, scomparve letteralmente nel nulla. Ogni tanto sui magazine americani si leggevano lettere di appassionati che ne chiedevano informazioni, ma il velo di silenzio si è rotto solo un anno e mezzo fa.Una vicenda simile a quella che tempo fa riportò alla attività musicale il contrabbassista Henry Grimes, per decenni vissuto come un homeless e poi riconosciuto da un appassionato che lo aiutò a reinserirsi e a riprendere la sua vita di musicista. Logan ricompare a New York dopo quasi 40 anni ed alcuni video postati su You Tube nel 2008 ne documentano lo stato di bisogno ma, a differenza di Grimes, nonostante le diccoltà non ha mai perso confidenza con gli strumenti musicali. Il trombettista Matt Lavelle lo inserisce nel proprio gruppo, esibendosi anche in concerto come documenta questo video del 2009.L'ultima notizia proveniente dagli States è giunta da pochi giorni sotto forma di un nuovo disco a nome Giuseppi Logan Quintet uscito per l'etichetta Tompkins Square Records e che vede il nostro a capo di un gruppo con il formidabile Dave Burrell al pianoforte, Warren Smith alla batteria, Francois Grillot al contrabbasso e Matt Lavelle alla tromba. L'ho appena ascoltato e la prima impressione è quella di una forte continuità espressiva, un ritorno carico della stessa intensità emotiva decisamente interessante e ricco di possibili sviluppi.