Mondo Jazz

GUIDO MANUSARDI INAUGURA IL NUOVO TEATRO DI CHIAVENNA


 Il mio week-end jazzistico si conclude con il trio di Guido Manusardi che inaugura la nuova sala del teatro della Società Operaia di Chiavenna dopo ben 23 anni di chiusura. Una disponibilità, quella dei musicisti, veramente squisita e di totale servizio verso il recupero di uno spazio culturale a favore della comunità chiavennasca, tanto da rinunciare al compenso della serata. Il concerto si è sviluppato sul filo dei ricordi di Manusardi: dalla scoperta appena ragazzino di quella strana e irresistibile musica che proveniva dal di là dell'oceano grazie a In The Mood di Glenn Miller ascoltata alla radio, fino allo scelta di studiare il pianoforte e quelle meravigliose composizioni di Gershwin, Berlin, Rodgers, Hart, Porter, che nel primo dopoguerra infiammavano il cuore di qualsiasi persona dotata di sensibilità musicale. La carriera musicale di Guido è ben nota, cosi' come le sue peregrinazioni in vari paesi d'Europa anche oltre quella che allora era una cortina di ferro che divideva il mondo occidentale dai paesi di area comunista. Anche lo stile di Manusardi è ben conosciuto: ottimo armonizzatore e sempre attento alle matrici popolari, il suo valore ed il suo nome sono apprezzati in tutto il mondo e tra gli appassionati di ogni nazionalità. Il concerto alla Società Operaia si è sviluppato su binari consueti, con splendidi ed emozionanti momenti in solo ( Summertime, Yesterday, Misty) e notissimi standards ben eseguiti dal gruppo che vedeva un intrigante Alberto Viganò alla chitarra basso e Mimmo Tripodi alla batteria. Quasi due ore di ottima musica mainstream con intercalari tra un brano e l'altro in cui Manusardi, poco dotato da un punto di vista diplomatico ma assolutamente nel giusto nella sostanza, si è scagliato ora contro la pessima musica di consumo trasmessa dai media, ora contro il festival di Sanremo, sempiterno e luciferino nella sua essenza costruita sulla mancanza di cultura musicale di massa.