Mondo Jazz

I CINQUE ANNI DELLA CASA DEL JAZZ


Il video si riferisce alla festa dei tre anni, ma il 22 di aprile a Roma si festeggiano i cinque anni di attività di una istituzione unica nel suo genere e non solo in Italia.I festeggiamenti non possono essere che musicali, e vedranno domani impegnati molti musicisti in una serie di concerti . Purtroppo non sono mai riuscito a visitare la Casa del Jazz, pur andando a Roma abbastanza regolarmente negli ultimi anni. Spero di avere il tempo di rifarmi, intanto ecco un estratto da La Repubblica di ieri con notizie e riflessioni:Sono cinque anni che la bellissima villa Osio, strappata al boss della banda della Magliana, è diventata la Casa del Jazz di nome e di fatto. Un compleanno importante per lo spazio fortemente voluto dall'allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, dove le note rimbalzano dal piccolo auditorium realizzato all'interno della struttura principale, al palco e alla platea allestiti nel verde che la circonda per i concerti nella bella stagione. Sperando in una giornata di sole, il compleanno sarà festeggiato domenica 18 aprile naturalmente con la musica: alle 12 nel parco (ingresso gratuito) il debutto del nuovo progetto Roberto Gatto I-Jazz Ensemble con Roberto Gatto batteria e direzione musicale, Gaetano Partipilo sax alto, Max Ionata sax tenore, Giovanni Falzone tromba, Roberto Rossi trombone, Alessandro Lanzoni pianoforte, Battista Lena chitarra, Dario Deidda contrabbasso e basso elettrico.Alle 17, sempre nel parco e sempre con ingresso gratuito, l'omaggio a Django Reinhardt nel centenario della nascita con il quintetto romano Hot Club de Zazz (Xavier Rigaut armonica, voce, Nicola Puglielli chitarra, Augusto Creni chitarra, Roberto Nicoletti chitarra, Pino Sallusti contrabbasso).Infine, chiusura della giornata alle 21 nella sala concerti (ingresso 5 euro) con Antonello Sorrentino S. T. Quintet Blog (Antonello Sorrentino tromba, Daniele Tittarelli sax alto e soprano, Giovanni Ceccarelli pianoforte, Francesco Ponticelli contrabbasso, Alessandro Marzi batteria) che presenterà il suo cd d'esordio, "Blog".In questi cinque anni la Casa del Jazz ha ospitato oltre mille eventi in cui si sono esibiti più di tremila musicisti davanti a 350mila spettatori. Non solo concerti ma anche guide all'ascolto, seminari e master class, gli incontri "Io e il jazz"con Renzo Arbore, Paolo Conte e Ivano Fossati, presentazioni di festival e rassegne, libri e dischi. E poi produzioni discografiche come la collana di cd registrati dal vivo nella Casa, "Jazz Italiano live", giunta alla quarta serie, distribuiti in edicola con Repubblica e L'Espresso che hanno venduto quasi un milione di copie. Il successo ottenuto ha portato alla nascita della "Casa del Jazz Records", nuovo marchio che inizierà ripubblicando i cd della serie che saranno distribuiti da Egea e che in seguito si dedicehrà a nuove produzioni originali, registrazioni storiche inedite o ristampe di dischi rari.Tantissimi i musicisti che si sono esibiti , dai big italiani quali Enrico Rava, Roberto Gatto, Paolo Fresu, Danilo Rea, Pieranunzi,, Maria Pia De Vito, Stefano, Di Battista, Roberta Gambarini, Rosario Giuliani, agli ospiti internazionali, Gato Barbieri, la Gil Evans Orchestra, Mark Turner, Steve Khun, Miroslav Vitous, Dave Binney, Uri Caine, Dave Douglas, Dave Holland, Jack De Johnette, John Scofield, Peter Erskine, solo per citarne alcuni. Le dichiarazioni raccolte in questi anni testimoniano un grande affetto da parte degli artisti che hanno frequentato lo spazio. "Noi musicisti italiani di jazz siamo ricchi - esclama Rava - guarda che razza di Casa abbiamo". Fresu sottolinea l'incredulità di fronte a una tale struttura: "La Casa del Jazz ce la invidia tutto il mondo, persino i francesi. A Parigi parlano della Casa del Jazz come di un miracolo. E' così perfetta da non crederci". Anche Fossati non limita il suo entusiasmo: "Che bella casa ha il jazz". Arbore apprezza l'aria di festa che si crea soprattutto quando i concerti sono nel parco: "C'è un sottile piacere nell'averne accesso".Villa Osio risale alla fine degli anni Trenta quando Arturo Osio, tra i fondatori della Banca nazionale del Lavoro acquista l'area e, sulla base di un vecchio casale seicentesco, ne affida la costruzione a Cesare Pascoletti, allievo di Piacentini. La villa è poi passata nelle mani di Enrico Nicoletti, boss della banda della Magliana, quindi confiscata e assegnata al Comune di Roma. L'allora sindaco Veltroni ha fortemente sostenuto l'idea di dedicare quello spazio alla musica, al jazz in particolare: la villa è stata restaurata recuperando il progetto di Pascoletti e trasformando gli interni in funzione della musica, con auditorium, sala prove e registrazione. All'ingresso una lapide con i nomi delle vittime di mafia, realizzata con l'associazione "Libera" di don Ciotti, testimonia la vittoria rappresentata dalla sua restituzione alla città. Fonte : La Repubblica