Mondo Jazz

APERITIVO IN CONCERTO: UNA SOLIDA CERTEZZA MILANESE


Malinconicamente anche il sito di Suoni e Visioni, una rassegna milanese che spesso ha proposto nomi interessanti, annuncia lo stop per il 2010.Ottime notizie invece provengono dal Teatro Manzoni: la ventiseiesima edizione di Aperitivo in Concerto è già definita, e, come sempre, il programma è di grande livello. Il direttore artistico Gianni Morelenbaum Gualberto aveva in previsione anche un omaggio a Bill Dixon , con l'Exploding Star Orchestra, Rob Mazurek, i Chicago Underground e i Sao Paulo Underground, oltre naturalmente al grande trombettista.  Il destino purtroppo ha deciso diversamente. Ecco qualche stralcio dal comunicato di presentazione del programma:La rassegna prodotta e organizzata al Teatro Manzoni di Milano da Mediaset e Publitalia '80 rappresenta da anni un caso ben particolare. Innanzitutto perché è interamente sostenuta e finanziata da fondi privati (fatto, purtroppo, ancora non frequentissimo, in Italia); perché ha sin dai suoi esordi (inizialmente più attenti alla musica accademica europea) puntato su nuovo repertorio e nuovi interpreti; perché da anni conduce un’esplorazione attenta e approfondita del processo di globalizzazione all’interno del mondo musicale, offrendo testimonianze preziose di linguaggi nuovi o riscoperti, di sincretismi, di contaminazioni e delineando un inedito panorama della creatività musicale internazionale ai nostri giorni.         La ventiseiesima edizione di “Aperitivo in Concerto” ha dato particolarmente spazio al ritorno delle orchestre nel mondo della musica improvvisata, a quelle che all'epoca dello Swing venivano definite infernal machines, macchine infernali da ritmo. Sulla scia di maestri come Gil Evans, Bob Brookmeyer, Bill Holman, Bob Florence, Maria Schneider e altri, autori di eccezionale bravura e di sbrigliato estro creativo come l'israeliano Avi Lebovich (14 novembre), il pluripremiato canadese Darcy James Argue (21 novembre), il danese Pierre Dørge (con la storica e colorita New Jungle Orchestra, con ospite speciale il leggendario sassofonista John Tchicai, 13 marzo), gli americani Travis Sullivan con la Björkestra (straordinario progetto orchestrale esclusivamente dedicato alle musiche di Björk, con ospite speciale il grande trombettista Dave Douglas, 5 dicembre) e Andrew Durkin con Industrial Jazz Group (orchestra californiana semplicemente spettacolare per virtuosismo e impatto teatrale, 6 marzo), danno vita a un pensiero musicale colto e coinvolgente al tempo stesso, in grado di attingere ad ogni linguaggio musicale e di esprimersi con un affascinante livello di creatività.         Grande attenzione è stata data ad artisti che si sono distinti per la capacità di rinnovare il repertorio improvvisativo contemporaneo, sia come autori che come interpreti, pur mantenendo una singolare capacità di dialogare con il pubblico nonostante la grande sofisticazione del proprio eloquio musicale. Un compositore e strumentista di vaglia come il contrabbassista Ben Allison (affiancato da trascinanti virtuosi come la violinista Jenny Scheinman e il tenorista Michael Blake, 6 febbraio); un clarinettista e creativo ricco di straordinarie risorse espressive come Matt Darriau, noto solista dei Klezmatics (in una sottile e arguta rilettura di una serie di “classici” degli anni Venti e Trenta, affiancata da musicisti come Frank London e Curt Hasselbring, 27 febbraio); un genio dell'improvvisazione come il grandissimo trombettista Leo Smith, che rilegge e reinterpreta quel “jazz elettrico” e funky inventato da Miles Davis (27 marzo); la versatilità, l'espressività, il virtuosismo lirico e straordinario dei 3 Cohens (23 gennaio), gruppo di ben noti strumentisti come Anat e Avishai Cohen, oggi fra i più popolari artisti della scena newyorkese e di Tel Aviv; la storica maestria di un gigante della musica del Novecento come il celebrato contrabbassista Charlie Haden, a capo di un gruppo come Quartet West, sofisticato autore e interprete di pagine che rendono omaggio agli anni noir della cultura californiana: tutti loro concorrono ad offire un acuto ritratto della nostra frastagliata ma eccitante contemporaneità.         Com'è tradizione di “Aperitivo in Concerto” non manca un tributo alla grande storia del jazz: ritorna il leggendario pianista sudafricano Abdullah Ibrahim (30 gennaio), che guida il gruppo strumentale EKAYA: un gruppo di eccezionali virtuosi che rievoca le linee melodiche del canto popolare sudafricano, inserendolo nel contesto dell’improvvisazione jazzistica.www.aperitivoinconcerto.com