Mondo Jazz

WAYNE SHORTER QUARTET AGLI ARCIMBOLDI


 Unica tappa italiana della tournè europea quella al Teatro degli Arcimboldi di lunedi' sera. Shorter mancava da Milano da moltissimi anni ed il pubblico è accorso numeroso all'appuntamento con il consolidato quartetto che oramai vanta una vita quasi decennale costellata di pochi ma celebrati album (Alegria con formazione allargata, Footprints Live e  Beyond The Sound Barrier). Il gruppo formato dal pianista panamense Danilo Perez e dagli statunitensi John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria mostra un affiatamento ed una compenetrazione ragguardevoli: la voce di Shorter sia al tenore che sopratutto al soprano rappresenta ancora oggi una delle più emozionanti esperienze ascoltabili in concerto. Circa un'ora ed un quarto suonate tutte d'un fiato prima di un breve bis hanno messo in luce una trama fittissima, ricca di snodi premarcati in mezzo ad una vasta prateria sonora affidata all'improvvisazione ed ai dialoghi tra gli strumentisti. Musica densa, materica, di poca godibilità melodica, senza appigli ne consolazioni di nessuna natura, nemmeno ritmica ,  e che marca costantemente una forte distanza da situazioni sia post-bop che post-free. Brevi esplosioni della batteria di Blade hanno avuto come controaltare passaggi di stampo cameristico ad opera del contrabbasso archettato, mentre l'intenso lavoro contrappuntistico di Perez ne ha mostrato più il lato colto europeo che non l'apetto latineggiante. Il settantasettenne Shorter, pur malservito dall'amplificazione, ha mostrato una vena introspettiva e sperimentale ancora pulsante e spumeggiante. Un gruppo formidabile, lontano da qualsiasi classificazione pre-costituita e alla costante ricerca di soluzioni nuove e personali.