Mondo Jazz

AL VIA UMBRIA JAZZ


La partenza è affidata a uno dei volti e delle voci più note del "nu jazz" italiano, Mario Biondi (anche se forse i puristi potranno storcere il naso) in duetto, non a caso, con gli Incognito, band inglese tra le precorritrici dell'acid jazz, che qui mancava dal 1993: così venerdì «Umbria Jazz», la più importante rassegna jazzistica italiana (e tra le più note al mondo), riprenderà con un cartellone che vedrà, in dieci giorni, oltre 400 musicisti impegnati in circa 250 eventi. Fino al 18 luglio, secondo la consueta formula della manifestazione, da mattina a tarda notte il centro storico della città – teatri, piazze, club – sarà un enorme palcoscenico per il grande jazz. E se Biondi è una scommessa facile da vincere in nome della popolarità dell'artista, già disco di platino, i protagonisti sono mostri sacri come Sonny Rollins (che festeggia gli 80 anni) e Herbie Hancock (che ne fa 70), artisti celebrati come Pat Metheny, Chick Corea, Roy Hargrove, proposte interessanti e nuove come Melody Gardot, grandi voci come Tony Bennett e gli immancabili italiani (Enrico Rava e Stefano Bollani su tutti).Ma la rassegna perugina non è fatta solo di concerti. E così a «Umbria Jazz» ci sarà spazio per documentari, presentazioni di libri, incontri con musicisti, novità discografiche. L'evento più stimolante si terrà all'Hotel Brufani il 13 luglio. Quando si parlerà di uno dei dischi jazz che a 40 anni di distanza dalla sua uscita continua a far parlare di sé e aleggia sul jazz, come un'ombra elettrica che si allunga e fa sentire i suoi effetti. Si tratta di Bitches Brew, un doppio album con il quale Miles Davis prendeva la via degli strumenti elettrici e contaminava rock e jazz. L'editore Il Saggiatore di Luca Formenton ha recentemente pubblicato un libro che ne rifà la storia, a firma di due esperti davisiani di calibro: Veniero Rizzardi ed Enrico Merlin. Con loro discutono Ashley Kahn – fortunato autore di un libro su Kind of Blue, il più venduto disco della storia del jazz (sempre edito da Saggiatore) – musicisti come Giovanni Tommaso e Claudio Fasoli (tra i fondatori dei Perigeo) e, con tutta probabilità, sarà della partita anche lo stesso Chick Corea, che sebbene abbia "rigettato" quel disco, non può non condividerne l'importanza fondamentale.«Non si tratta di una "operazione nostalgia" – spiega Rizzardi – anche perché gli influssi di quel disco continuano a sentirsi oggi, in musicisti dell'ultima generazione, italiani e no. L'eredità di Bitches sta nella costruzione formale, nell'originale assemblaggio di nastri», un metodo che rivoluzionava l'estetica jazz e i modi dell'improvvisazione. Forse anche troppo avanti con i tempi. In più, dall'archivio di Enrico Merlin verranno mostrati alcuni video e musiche inedite del grande Miles.Enrico Merlin è, infatti, il più grande collezionista davisiano del mondo, tanto che la stessa famiglia del trombettista gli ha commissionato di redigere la discografia ufficiale di Davis. Non solo: nel database di Merlin si trovano praticamente tutte le apparizioni pubbliche di Miles, migliaia di bootleg, rarità e molte curiosità (come il filmato con Davis e John Lennon che giocano a basket).Il mentore dell'operazione è ancora Formenton, anch'egli cultore di Davis, e attivissimo in questo campo. «L'anno prossimo – dice – pubblicheremo una biografia di Davis di John Szwed e un libro fondamentale come The Blue Moment di Richard Williams». In più ci sono sorprese per gli appassionati italiani per il 2011: saranno i 20 anni dalla morte di Davis. Circolano voci di una grande mostra a Milano e una serie di concerti per onorarlo. I davisiani sono avvertiti: a Perugia si servirà l'aperitivo.FONTE : http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-07-08/miles-ombre-elettriche-085003.shtml?uuid=AYRXc15B
Sempre a proposito del grande festival umbro si registra la giusta ed equilibrata protesta di Gerlando Gatto sul suo sito http://www.online-jazz.net/wp/2010/07/05/grazie-umbria-jazz/#more-1963 . Come descritto nel post il problema nasce dalla richiesta di accredito per un redattore di OnLine-jazz. In breve, la risposta, nemmeno data direttamente, è stata picche. Perchè i pass (ma anche l'ospitalità) vengono concessi solo a magazine specializzati e quotidiani. Parlo senza secondi scopi, manco da Perugia da diversi anni e per motivi indipendenti dai cartelloni allestiti: la scelta di Umbria Jazz è legittima ma non è giusta ed è anche controproducente. Vengono accreditate solo due testate internet (presumo Allaboutjazz Italia e Jazzitalia) ma in compenso la ipotetica Gazzetta di Roncofritto avrebbe diritto a piazzare un proprio redattore. Spazi come quello di Gatto ( e naturalmente ce ne sono altri, questo senza nemmeno prendere in considerazione i blog a tema) garantirebbero recensioni puntuali e competenti e copertura quotidiana degli avvenimenti. I quotidiani che parlano del festival  lo fanno in misura maggiore prima che inizi, molto poco durante. Non solo, ma negli articoli, e penso ai due maggiori, Repubblica e Corriere, grande spazio viene concesso a coloro che col jazz ben poco hanno a che fare. Non parliamo nemmeno di recensioni, praticamente messe al bando da quasi tutte le testate. E' vero che ormai non conta quasi più la qualità di quello che si scrive, a chi paga e a chi organizza interessa solo che se ne parli, se poi è per Marc Knopfler anzichè per Sonny Rollins fa lo stesso, ma che tristezza !!!