Mondo Jazz

I COMMENTI DEL DOPO UMBRIA JAZZ


Caldo, crisi e calcio. Un micidiale trittico che ha messo a dura prova una delle più grandi navi ammiraglie, della cultura "made in Umbria", in Italia e nel Mondo. Umbria Jazz, nonostante la stasi economica le temperature che sono oscillate tra i 35 e i 40 gradi e i Mondiali di calcio, ha tenuto.Due date che coincidevano con le partite finali dei mondiali di calcio più l'appuntamento, gratuito, del Progetto Axè di chiusura. La flessione registrata negli incassi - settecentomila euro per circa 30 mila paganti - trova quindi una ragione, matematica, immediata.Dal punto di vista artistico, fermo restando i concerti del Santa Giuliana a grande affluenza quali: Mario Biondi, Mark Knopfler, Chick CoreaPat Metheny e Sonny Rollins, va registrata una forte crescita dell'attenzione e della presenza di quelli che sono i concerti notturni e cosiddetti, di "nicchia". Oratorio Santa Cecilia, Morlacchi...ma anche le varie location ricavate nei luoghi più suggestivi della città. Un incremento che, per Carlo Pagnotta è una sorta di "tocca sana". Si sa, per lui il jazz resta un "fenomeno circoscritto", ma non è più così. Se ad ascoltare ed osannare Sonny Rollins ci sono i ragazzi di vent'anni, sarà proprio il caso che il Cavalier Pagnotta "ammetta" che il tanto agognato ricambio generazionale tra il pubblico è cominciato! Umbria Jazz, quest'anno, ha richiamato 160 tra giornalisti e fotografi accreditati, con presenze anche da Stati Uniti, Giappone, Serbia, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania e Turchia. Anche Musica Jazz prestigiosa testata giornalistica, per la prima volta al festival con il suo Daily Jazz Magazine di grandissimo successo, ha contribuito insieme agli altri partner a creare un sistema integrato di comunicazione Fonte : JazzitaliaQual è il segreto della longevità e della fama diUmbria Jazz?È la formula che funziona; l’atmosfera che si respiraa Perugia in questi dieci giorni e tutto quelloche succede intorno al festival.A Perugia, come ormai accade in molti festivalinternazionali, l’offerta abbraccia anche generiche esulano dal jazz.Certo. È chiaro che un appassionato di jazz non èobbligato ad andare a vederetutto. Ricordo un notissimocritico musicaleche si rifiutò nell’87 di andarea sentire Sting e GilEvans. Il giorno dopo michiese scusa. Ora, se certicritici prendono questeposizioni, il pubblico puòfare lo stesso, anche perchéin contemporanea c’èsempre un’offerta moltoampia e variegata.C’è qualcuno che avrebbevoluto per quest’edizionee non è riuscito a inserire in cartellone?Se Stevie Wonder avesse avuto in programma duedate non c’è dubbio che l’avremmo fatto.Il concerto più bello di quest’edizione?Sarò settario ma mi commuovo sempre quandovedo Bobby HutchersonIntervista a Carlo Pagnotta di Musica Jazz Daily