Mondo Jazz

BOSSO E SALIS : UN DUO TRA STANDARDS E IMPROVVISAZIONE


Inizio scoppiettante quello
 di Atelier Musicale, la rassegna all'Auditorium Di Vittorio di Milano giunta alla sua diciassettesima edizione. Il duo tra il pianista sardo Antonello Salis ed il trombettista piemontese Fabrizio Bosso ha riscosso grande successo in un Auditorium straboccante di pubblico. L'estemporaneità e la libera ricerca di Salis si sono coniugati alla espressività più mainstream di Bosso grazie ad un attento e reciproco ascolto e, sopratutto, alla scelta di un terreno più consono al trombettista, cioè' i grandi standards della musica americana, la canzone melodica italiana, più una serie di temi pescati qua e là, da Besame Mucho a Boogie Stop Shuffle di Charles Mingus. Bosso si è confermato musicista sensibile e tecnicamente dotato, con un uso parsimonioso ma efficace dell'elettronica. Salis è la solita forza della natura, incontenibile ed esuberante, disordinato e dispendioso, generoso e trascinante sia al pianoforte che alla fisarmonica. Il grande consenso riservato dal pubblico non ha sciolto però alcune mie perplessità: non tutto il set mi è parso calibrato, la scelta poi di un repertorio costituito in prevalenza da temi noti toglie imprevedibilità e forse anche spessore ad un progetto che fa delle differenze la carta vincente. Passione ed energia non sono in discussione, ovviamente nemmeno il talento; creare un repertorio di originals potrebbe evitare al duo di cadere nel trabocchetto del deja vu per quanto di classe. Un buon set ma credo che il duo posso crescere molto di più.