Mondo Jazz

AL VIA APERITIVO IN CONCERTO


“Aperitivo in Concerto” giunge alla sua ventiseiesima edizioneSin dai suoi esordi la rassegna ha rifiutato la banalizzazione e la “plastificazione” della cultura musicale, evitando la celebrazione dell'accademia come status symbol e  sottraendosi al rituale stantìo di una sorta di “supermercato” in cui affastellare concerti utilizzati come banali prodotti più o meno attraenti, magari con la utile scusa di “educare” il pubblico. La rassegna prodotta e organizzata al Teatro Manzoni di Milano da Mediaset e Publitalia '80, in collaborazione con Peugeot Italia e 3 Italia, rappresenta da anni un caso ben particolare. Innanzitutto perché è interamente sostenuta e finanziata da fondi privati (fatto, purtroppo,ancora non frequentissimo in Italia); perché ha sin dai suoi esordi(inizialmente più attenti alla musica accademica europea) puntato su nuovo repertorio e nuovi interpreti; perché da anni conduce un’esplorazione attenta e approfondita del processo di globalizzazione all’interno del mondo musicale,offrendo testimonianze preziose di linguaggi nuovi o riscoperti, di sincretismi, di contaminazioni e delineando un inedito panorama della creatività musicale internazionale ai nostri giorni. Ciò avviene in un contesto nazionale e locale in cui innovazione e sperimentazione musicali che non siano eurocentriche e museali sono largamente assenti. Non a caso, la programmazione di “Aperitivo in Concerto” da lungo tempo ormai s’è impegnata nel presentare eventi caratterizzati solo ed esclusivamente da un pensiero fortemente originale e creativo, al di là di ogni steccato stilistico o linguistico. La vasta molteplicità di codici e tradizioni culturali che sempre di più va allargandosi ai nostri giorni è stata l’oggetto principale di una politica di innovazione, cosmopolitismo e spettacolarità.Sotto questo profilo, “Aperitivo inConcerto” ha preferito occuparsi del presente e, soprattutto, del futuro,cercando inoltre di offrire alla comunità un servizio, come prova peraltro una politica di prezzi del biglietto d’ingresso che trova oggi pochi riscontri.  La ventiseiesimaedizione di “Aperitivo in Concerto”ha dato particolarmente spazio al ritorno delle orchestre nel mondo della musica improvvisata, a quelle che all'epoca dello Swing venivano definite infernalmachines, macchine infernali da ritmo. Sulla scia di maestri come Gil Evans, Bob Brookmeyer, Bill Holman, Bob Florence, Maria Schneider e altri, autori di eccezionale bravura e di sbrigliato estro creativo come l'israeliano AviLebovich (14 novembre), il pluripremiato canadese Darcy JamesArgue (21 novembre), il danese Pierre Dørge (con la storica ecolorita New Jungle Orchestra, conospite speciale il leggendario sassofonista John Tchicai, 13 marzo),gli americani Travis Sullivan con la Björkestra (straordinario progetto orchestrale esclusivamente dedicato alle musiche di Björk, con ospite speciale il grande trombettista Dave Douglas, 5 dicembre) eAndrew Durkin con Industrial Jazz Group (orchestra californiana semplicemente spettacolare per virtuosismo e impatto teatrale, 6 marzo),danno vita a un pensiero musicale colto e coinvolgente al tempo stesso, ingrado di attingere ad ogni linguaggio musicale e di esprimersi con unaffascinante livello di creatività. Grande attenzione è stata data adartisti che si sono distinti per la capacità di rinnovare il repertorio improvvisativo contemporaneo, sia come autori che come interpreti, pur mantenendo una singolare capacità di dialogare con il pubblico nonostante la grande sofisticazione del proprio eloquio musicale. Un compositore e strumentista di vaglia come il contrabbassista Ben Allison (affiancato da trascinanti virtuosi come la violinista Jenny Scheinman e il tenorista Michael Blake, 6 febbraio); un clarinettista e creativo ricco di straordinarie risorse espressive come Matt Darriau, noto solista dei Klezmatics (in una sottile e arguta rilettura di una serie di “classici” degli anni Venti e Trenta, affiancata da musicisti come Frank London e Curt Hasselbring, 27febbraio); un genio dell'improvvisazione come il grandissimo trombettista LeoSmith, che rilegge e reinterpreta quel “jazz elettrico” e funky inventatoda Miles Davis (27 marzo); la versatilità, l'espressività, il virtuosismo lirico e straordinario dei 3 Cohens (23 gennaio),gruppo di ben noti strumentisti come Anat e Avishai Cohen, oggi fra i più popolari artisti della scena newyorkese e di Tel Aviv; la storica maestria diun gigante della musica del Novecento come il celebrato contrabbassista CharlieHaden, a capo di un gruppo come Quartet West, sofisticato autore e interprete di pagine che rendono omaggio agli anni noir della cultura californiana: tutti loro concorrono ad offire un acuto ritratto della nostra frastagliata ma eccitante contemporaneità. Com'è tradizione di “Aperitivo inConcerto” non manca un tributo alla grande storia del jazz: ritorna il leggendario pianista sudafricano AbdullahIbrahim (30 gennaio), che guida il gruppo strumentale Ekaya,eccezionali virtuosi che rievocano le linee melodiche del canto popolare sudafricano, inserendolo nel contesto dell’improvvisazione jazzistica. Una strepitosa prima mondiale, Masada Marathon iPod Concert (8 novembre),inaugura il ventiseiesimo cartellone: una vera e propria maratona affrontata da ben dodici gruppi musicali che, come in una sorta di gigantesco iPod,presenteranno di seguito il Book of Angels, nuovo “canzoniere” musicale ideato dal genio inarrestabile di John Zorn. Da Dave Douglas a Medeski,Martin & Wood, da Joey Baron a Cyro Baptista, da ErikFriedlander a Electric Masada, da Sylvie Courvoisier e MarkFeldman a Marc Ribot, da Jamie Saft a Mycale, da BenGoldberg a gruppi come Dreamers e Bar Kokhba, sfilerà sul palcoscenico del Teatro Manzoni l'arte prorompente di uno fra i più grandi autori della nostra contemporaneità.Lo stile del comunicato è quello inimitabile dell'ideatore, Gianni Gualberto. La rassegna milanese è oramai l'appuntamento fisso più importante dell'inverno cittadino, in concorrenza, ma con ben altri mezzi e con una visione diversa, con la rassegna Atelier Musicale. Anche quest'anno Gualberto ha allestito un cartellone di grande caratura, penso in particolare ai concerti di Haden, Zorn, Smith, ma non va sottovalutata la possibilità di ascoltare musicisti ed orchestre mai transitati o di difficile visione ( Darcy James, Pierre Dorge, 3 Cohens).