Mondo Jazz

VECCHIE E NUOVE STELLE


Questa sera a Bologna trionfale concerto di Sonny Rollins nell'unica data italiana del 80th Birthday Tour. Sicuramente l'avvenimento jazzistico del giorno e prevedibilmente concerto all'insegna della grande generosità espressiva (ma anche fisica) alla quale Sonny ci ha abituato. Personalmente ho avuto modo di assistere a diversi concerti di Rollins in un periodo che copre più o meno gli ultimi 25 anni: ricordo sempre grande feeling, assoli di lunghezza impossibile, un maestro trascinatore e visionario in grado di trasformare concerti in feste di ritmo e creatività. Naturalmente va detto anche che il periodo più fecondo e creativamente visionario del Saxophone Colossus è abbondantemente trascorso: gli album degli ultimi anni sono piuttosto lontani dai vertici della discografia rollinsiana, senza poi prendere in considerazione il tipo di musicisti che Sonny si porta appresso da almeno un paio di decenni. Ottimi professionisti naturalmente, ma a distanze siderali rispetto al genio del leader. Ovvio che i suoi gruppi siano imperniati sulla figura principale, ma se i comprimari sono di categorie inferiori, si assisterà a immaginifici show del protagonista ma a ben poca musica pensata ed in grado di avere un valore oltre quello apportato dal leader. Questa sera accanto a Sonny ci saranno Russel Malone alla chitarra (già visto in Italia con Diane Krall), il fedelissimo Bob Crenshaw al basso, Kobie Watkins alla batteria e Mardoqueo Figueroa alle percussioni.  E giusto per proporre anche qualche nome nuovo, negli Stati Uniti si parla molto di una giovanissima sassofonista cilena, la non ancora ventiduenne Melissa Aldana, che da poco ha inciso il primo album. Tra i sostenitori più entusiasti c'è Greg Olby, uno che se ne intende, il quale ha dichiarato di non essersi mai imbattuto in un talento cosi' formato e completo in una età cosi' precoce, con già delineata una precisa fisionomia di linguaggio assolutamente personale. Il tempo darà o non darà ragione a Osby, intanto io propongo un video di Melissa....“ Sono convinto – sostiene Rollins -   che tutte le arti abbiano il desiderio di trascendere l’ordinario. Tutta l’arte ha questo in comune, ma il jazz, il mondo dell’improvvisazione, è forse il più modo alto, perché non abbiamo l’opportunità di apportare cambiamenti all’opera. Come se fossimo pittori di fronte ad un pubblico e la mattina successiva non potessimo tornare indietro e correggere quel blu o quel rosso. Dobbiamo avere i blu e i rossi al posto giusto prima di uscire a suonare”.