Mondo Jazz

BEN ALLISON AL MANZONI: THINK FREE


Elegante, raffinata, ben confezionata, ottimamente suonata ma senza grande tensione, con poche fiammate veramente creative e lunghi momenti interlocutori: questa la musica di Ben Allison al Manzoni di Milano per la rassegna Aperitivo in Concerto.Il contrabbassista americano si è rivelato musicista a tutto tondo, compositore, arrangiatore, leader ed organizzatore del proprio gruppo si è presentato a Milano con un quintetto di ottimi musicisti ed un programma che prevedeva la rilettura dell'ultimo album, Think Free, alternata a brani da colonne sonore di film, una stralunata versione di Monk e qualche vecchia composizione. Una miscela di influenze diverse, assemblate ed organizzate in un ambito jazzistico. Il gruppo ha ben impressionato, anche se c'è voluto molto prima che i musicisti si sciogliessero.L'inizio è un pò contratto, fatto di brani ben eseguiti, con temi sinuosi costruiti su una matrice ritmica di derivazione prevalentemente rock con brevi e controllati assoli, e l'impressione derivata era di un gruppo interessante ma poco sciolto, con un effetto complessivo un pochino anestetizzante. Tutti i componenti del gruppo sono ottimi strumentisti, ma il livello si è alzato sopratutto quando è stato Michael Blake a prendere in pugno la situazione con il suo suono trascinante ed acidulo. Steve Cardenas alla chitarra elettrica e Jenny Schneinman al violino sono usciti sopratutto nei due lunghi brani dei due bis, infilando assoli ispirati e tonici a differenza appunto di una prima parte più trattenuta.Peccato che la struttura compositiva dei brani abbia concesso spazi limitati al sassofono tenore di Blake, a mio parere di gran lunga il musicista più interessante del gruppo. Un concerto a due velocità, ma complessivamente godibile e salutato da un convinto tributo del pubblico.