Mondo Jazz

NUVOLE SU ROCCELLA


Il Roccella Jazz, patrimonio della Calabria intera, ancora rischia di chiudere i battenti. La manifestazione, scudo di manovre parolaie dei politici sorteggiati a turno, fatica a respirare. Ogni anno, dopo la dieci giorni di viziose emozioni, tutti gridano al miracolo, all’evento capace di inorgoglire Calabria e calabresi, tinto di sana rivalsa sudista e locridea, zeppo di prospettive elettorali di assessori alla cultura e starlette della politica.L’intonazione del Roccella Jazz insomma ammalia ogni uomo della Res Pubblica che ne canta, in prosa, versi d’amore spassionato, finendo poi per dimenticare la rima solo dopo pochi giorni che ha abbandonato il castello roccellese. I soldi non arrivano, le banche bussano alla porta degli organizzatori e soprattutto la macchina che deve pensare a camminare verso l’edizione del 2011, la 31esima, è senza benzina. Spinta dai soliti quattro mentre alla guida c’è Dio, che speriamo ce la mandi buona.Rumori Mediterranei 2011 rischia di saltare. Non ci sono più portafogli che riescono a sostenere il peso della manifestazione, e se la Regione Calabria non si appresta a mettere le mani in tasca, per sganciare tra l’altro quello che ha promesso e sottoscritto, il banco salta. Per dire la verità è da quattro o cinque anni che l’Associazione Culturale Jonica tra gennaio e febbraio si allarma e grida alla sventura, salvo poi come sempre, e per fortuna, riuscire ad allestire uno spettacolo incredibilmente colmo di genialità. Ma la questione è un’altra, è il progetto, il canto delle sirene che da anni scuote il territorio senza incantarlo.Da Governatori ad assessori, da giudici a magistrati, da prefetti a consoli, ogni anno ad agosto tutti spendono fiato per ergere ad esempio della Calabria capace, colta e pulita il Roccella Jazz. In altre parole tutti dicono che se ci fossero questo tipo di manifestazione la nostra Regione avrebbe qualche chance di fare bella figura. E in effetti negli ultimi dieci anni di eventi, simili, ma mai eguali, in Calabria ne sono nati. Tutti, o quasi, gli ultimi arrivati sono ben coccolati da Enti provinciali, comuni e Regione, che spendono con discreta puntualità. Quello che come sempre arranca è il Roccella Jazz, che non costa poco, e poco non riceve, ma che in termini di risultati non ha confronto.Il progetto, l’idea di ogni persona di buon senso è quella di crescere, migliorare, andare avanti e se ci si riesce anche oltre. Per fare si che Rumori Mediterranei diventi quella manifestazione “oltre”, più di quanto già non lo sia, serve pianificazione, studio e applicazione, tutte cose che tradotte in due parole significano stabilità economica e tranquillità. Due cose che da sempre il Festival di Roccella non ha, e nonostante questo riesce a correre più di altri.Inutile stare qui a elencare gli artisti, di calibro mondiale, che hanno calcato il palco roccellese, inutile elencare le professionalità nate col Festival. Inutile sottolineare l’eco internazionale della manifestazione, tutto è fin troppo noto. E’ giusto però che il pubblico e gli appassionati sappiano che spesso le stesse persone che al Roccella Jazz tessono elogi, poi voltano le spalle sopraffatti dalla burocrazia e dalla pigrizia. Le stesse facce che in televisione e sui giornali sfilano a favore di Rumori Mediterranei, filano via alle insistenti telefonate dell’Associazione Culturale Jonica che chiede di vedersi riconosciuta la moneta promessa e sulla quale ha basato l’impostazione di un evento.La domanda poi è sempre la stessa, quella che farebbe anche un bambino: perché se è così straordinariamente bello il Roccella Jazz deve faticare a sopravvivere? L’arcano come sempre sta nelle maglie della politica. Fatto che come ogni anno l’Associazione ha lanciato l’allarme, il Festival 2011 è a un passo da baratro. Poi, speriamo si farà. Ma l’Assessore alla Cultura Caligiuri, è pronto a rischiare e a legare il suo nome al tempo in cui Rumori Mediterranei ha calato il sipario? La Calabria è pronta a rinunciare a tutto questo? Non serve aprire la bocca e dire no, serve mettere le firme sulla burocrazia assassina e sulla volontà di portare avanti un capolavoro tutto calabrese.Fonte: Giovanni Drago larivieraonline.com