Mondo Jazz

DORGE E TCHICAI : IL CONCERTO AL MANZONI


Per la prima volta a Milano l'orchestra danese di Pierre Dorge, la New Jungle Orchestra con John Tchicai, un gruppo che vanta trent'anni di storia e 27 album pubblicati.Un avvenimento di grande interesse anche per me, che pure seguo oramai da quarant'anni le vicende musicali ma che mai mi ero imbattuto nei musicisti danesi. In effetti la loro notorietà è più che altro confinata nei paesi scandinavi e la reperibilità dei loro album piuttosto problematica in Italia.La formazione si è presentata con 11 elementi, di cui quattro membri storici presenti fin dagli inizi: il leader alla chitarra, Irene Becker alle tastiere, Morten Carlsen ai sassofoni e al tarogato e il focoso trombonista Kenneth Agerholm. Tchicai, padre congolese e madre danese, è un nome conosciuto dagli appassionati per la militanza nei New York Contemporary Five di Archie Shepp e Don Cherry, per essere uno dei fondatori del New York Art Quartet e per la presenza in una delle incisioni che hanno fatto la storia del jazz, l'album Ascension di John Coltrane.La musica è un impasto di influenze e di stili ben amalgamato, nessun rischio di patchwork sconnesso e improvvido bensi' una scrittura attenta che in maniera palese si ispira ora alle orchestre di Carla Bley ora ai momenti più estroversi della Sun Ra Arkestra e per finire, anche allo spirito lucido ed iconoclasta del Kollektief di Willem Breuker.L'affiatamento del gruppo è evidente, l'orchestra si muove su coordinate precise con spazi per tutti i solisti e puntuali raccordi di insieme. La voce asprigna del tenore di Tchicai è ancora in grado di regalare suggestioni ed il concerto fila via piacevole e divertente.I modelli ispiratori rimangono però lontani, la New Jungle non ha la profondità delle orchestre della Bley e nemmeno la follia creativa del Kollektief, tant'è che le pagine migliori, a mio avviso, sono le riletture palpitanti di brani di Duke Ellington, mentre negli originals dopo il positivo impatto iniziale emerge anche un pò di routine creativa.In bella mostra il giovanissimo trombettista norvegese Gunnar Halle che spicca nella peraltro ottima sezione dei fiati.