Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 22/10/2014
Post n°3736 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da pierrde
(...) Clapton è l’album che il chitarrista ha voluto più fortemente di tutti. In pochi lo sanno. Come in pochi sanno della sua vena jazz, che qui emerge come mai avvenne prima. Se vi aspettate Crossroads, Layla, o altri grandi classici simili, avete sbagliato approccio. Partite dal presupposto che questo è un album jazz, e poi viene il talento di Eric Clapton. Cercate di immaginare il suo tocco lento, la sua precisione negli accordi e nei riff… metteteci Wyston Marsalis a strombazzare qua e là… e due spazzole che si adagiano sui piatti… (...) Poi.. per un gran finale.. c’è Autumn Leaves, che vale tutto il cd, da sola. Ho sentito tante versioni di questo classico, di Chet Baker, di Frank Sinatra, di Tony Bennett… ma quella di Eric Clapton è outstanding. Parte un pianoforte, con la voce grave di Clapton, le spazzole che accarezzano i piatti.. e sembra fiinire così.. finchè non inizia un assolo di circa 3 minuti, ovviamente la fonte è l’elettrica di Clapton. Un assolo alla David Crosby, per la tonalità del suono, ma che mostra tutto il talento di Eric in 3 minuti, più di Layla, più di Old Love. Fonte: http://www.quinewspisa.it/blog/jazz-corner/eric-clapton-clapton.htm Lungi da me l'idea di contraddire per partito preso il giovane autore dell'articolo, ma, a parte lo svarione sul nome di Marsalis, direi che con tutta la buona volontà possibile l'ascolto dell'album (che è del 2010) per me evidenzia che: a) non si tratta di un album jazz e, visto il massiccio uso di archi, direi che si tratta di easy listening a puro scopo commerciale b) la presenza di Wynton Marsalis rientra nella logica di cui sopra c) tra le tante versioni di Autumn Leaves quella di Clapton si dimentica ancor prima che finisca c) Clapton che fa un assolo alla Crosby è quantomeno un ossimoro |
Post n°3735 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da pierrde
STEVEN BERNSTEIN trumpet, slide trumpet, distortion effects, flugelhorn, voice PAOLO FRESU trumpet, flugelhorn, cornet, pocket trumpet, multieffects GIANLUCA PETRELLA trombone MARCUS ROJAS tuba, voice, percussions
Uscirà l’11 novembre l’album Brass Bang!, nuovo progetto di Paolo Fresu con Steven Bernstein, Gianluca Petrella e Marcus Rojas, per l’etichetta Tǔk Music (distr. Ducale Music).
Un disco di soli ottoni. Non è una novità totale anche se la figurazione due trombe-trombone-tuba non trova riscontri storici, ma il tema, declinato come viene fatto in questo disco, è senza dubbio più unico che raro. Nato quasi per gioco, questo meraviglioso quartetto riesce a coniugare in maniera magistrale il difficile connubio che propone musica seria davvero intelligente e la parte ludica e divertente del mestiere del musicista. Il breve divertissement iniziale del disco, preso in prestito da una simpatica gag che Steven Bernstein propone durante i live act di questa formazione, è prima testimonianza di come la musica sia anche gioco e libertà creativa senza pari nel campo delle arti tout-court. Poi il gioco si dipana nei mille rivoli della cultura musicale contemporanea, passando senza timori da omaggi importanti ai Rolling Stones a al Jimi Hendrix d’annata alle gioiose pomposità di Händel o alla sacra seriosità di Palestrina, da omaggi alla tradizione del folclore sardo a evidenti omaggi alla tradizione orchestrale e delle celebrate Brass Band della storia della musica afro-americana di Duke Ellington o Lester Bowie, senza ovviamente dimenticare di affrontare temi originali corroborati da frammenti soggettivi e personali raccolti ancora una volta dalla attenta regia tecnica di Stefano Amerio, titolare di uno degli studi di registrazione più “in” del momento. Un disco importante che riesce a trasmettere l’incredibile forza di quattro strumenti principe del jazz moderno pescando nella tradizione e nell’avanguardia, nella storia e nel gioco. Trascinante e affascinante, Brass Bang! porta con sé in più il fatto di essere un combo davvero esclusivo e - anche per questo alla fine del nome del gruppo è stato messo proditorio un punto esclamativo - certamente esplosivo. Ovvio che un lavoro del genere porti con sé il senso di una imperativa quanto logica scommessa poiché è ormai davvero raro avere oggi a che fare con incisioni in cui non esista a servizio una solida ritmica “storica” con strumenti come pianoforte, basso e batteria oppure una strumentazione magari innovativa capace di sparigliare le carte. Brass Bang! convince invece pienamente proprio per il senso leggero che pervade il lavoro discografico ospitato dalla curata grafica dell’etichetta di Fresu, ricca questa volta della bellissima opera di Anna Godeassi “Dissonzanze oniriche e cognitive” che lo stesso Fresu omaggia poi in musica con uno dei brani più intriganti dell’intero lavoro. Per la capacità che forse soltanto un gruppo di all stars come queste può mettere in campo, di divertirsi e divertire, cogliendo - come sottolineato più sopra - il senso ludico del “giocare” musicale. Un disco piacevole e sempre scritto nei sacri canoni dell’armonia, capace di volare alto nel cielo della creatività e che resterà a splendere a lungo siglato da Fresu, nelle note di copertina, con una splendida citazione di Frank Zappa che insegna che “Il jazz non è morto… ha solo un odore un po’ curioso”. Vic Albani Bernstein Fresu Petrella e Rojas saranno in tour in Italia dal 7 al 19 luglio 2015 Raramente posto comunicati che annunciano prossime uscite, e quando lo faccio di solito è per musicisti dai quali mi aspetto grandi cose. E' questo il caso dei Brass Bang che ho avuto il piacere di vedere un paio di volte in concerto e che finalmente fissano su disco il loro fruttuoso incontro. |
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