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Messaggi del 31/07/2012

PAGANESIMI ELETTRICI

Post n°2342 pubblicato il 31 Luglio 2012 da pierrde

Mi sono imbattuto casualmente in un blog che promuove un e-book, scaricabile gratuitamente, ed ho iniziato a leggere.

Si tratta di cinque racconti a tema musicale, in cui la normale recensione di un album viene romanzata.

Può piacere o meno, ma quello che mi ha colpito in particolare è l'introduzione allo scritto:

 

Nel cyberspazio dei blog musicali, e in verità anche tra le pagine della stampa specializzata, la “recensione” dell’album è ancora uno dei pezzi forti, il formato perfetto per ogni post, per ogni colonna da riempire, soprattutto per fare, nel bene e nel male, un po’ di propaganda. Eppure c’è sempre qualcosa che non convince del tutto.

Sul versante internet, per esempio, è quasi inevitabile che ogni blogger finisca per recensire ciò che più ama e di cui ha più piacere di scrivere e diffondere, col risultato che sommando le opinioni di ogni spazio web abbiamo sempre album “fantastici, eccellenti, seminali…”. Non per scarso spirito critico o eccessiva superficialità, ma per troppo amore verso la propria musica.

Una seconda considerazione, più ampia, che può interessare anche la carta stampata: ha ancora utilità recensire un album in un’epoca in cui chiunque, in pochi secondi, può ascoltarlo senza spendere un centesimo? E’ ancora un’ opinione utile o semplicemente pubblicità? Chi si ricorda gli anni ’80 e ’90 si ricorda anche di prezzi in vertiginosa ascesa, compact disc che all’alba dell’Euro erano arrivati a costare ben oltre le 35.000 lire.

Certo che all’epoca, in mancanza di uno spazio comune sul web, ogni acquisto doveva essere ben ponderato, e prima di spendere somme che per qualcuno, per tanti ragazzi squattrinati, potevano essere anche importanti, documentarsi era d’obbligo. Si può dire lo stesso oggi?

Greil Marcus, in tempi non sospetti, già sosteneva che "la recensione musicale è una forma morta. A nessuno frega un cazzo di cosa pensi di un disco che hai recensito". Ultima considerazione, o meglio provocazione: ma l’album si ascolta ancora nella sua interezza?

O forse si riversano centinaia di canzoni in playlist infinte, ordinate un po’ a caso sull’ I-Pod, scaricate chissà da dove e suonate chissà da chi? Partendo da questo triplice ragionamento, cercando di sfuggire alla stereotipata tendenza di incensare l’album perfetto, di usare le solite “frasi fatte” da buona recensione e provando a non offrire solo opinioni “private” e personalismi scritti, sono nati questi “Paganesimi Elettrici”.

Non si è rinunciato ai dischi preferiti, bisogna ammetterlo, ma si è cercato di collocarli, ricontestualizzandoli per semplici associazioni di idee, in una prospettiva – perché no? – letteraria tutta differente. Ne sono così risultate recensioni romanzate, o meglio romanzesche, anche nel senso più manierista del termine, che inseriscono un gruppo rock, un suo album, la sua storia, in uno scenario spazio-temporale completamente differente.

Per continuare la lettura cliccare sul link:

http://theevilmonkeysrecords.blogspot.it/

Invece per quanto riguarda le considerazioni introduttive ammetto di esserne colpito e in parte la mia voglia di bloggare (mi si passi il termine) sta un pò vacillando. Ci devo riflettere per un pò...

 
 
 
 

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