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La Fed non tocca i tassi: Euro e borse mondiali al rialzo


Nella riunione di ieri sera la Fed ha deciso di lasciare i tassi ufficiali invariati al 5,25%. La decisione ha rispettato le aspettative degli operatori finanziari, motivo per cui i mercati azionari, valutari e obbligazionari che già scontavano tale decisione non avrebbero dovuto, almeno sulla carta, mostrare particolari reazioni dopo il rilascio della notizia. In realtà sia gli Usa che le borse del vecchio continente ancora aperte hanno invece mostrato i muscoli, attuando rialzi consistenti e diffusi su indici e contratti future, ripresi poi questa mattina in leggero ritarso anche dai mercati che ieri sera erano già chiusi; stessa sorte per l'euro/dollaro, con la netta rivalutazione della nostra moneta nei confronti del biglietto verde. Se ciò può sembrare un controsenso in realtà non lo è affatto: è vero che la notizia era attesa esattamente nei termini del suo rilascio, ma è anche vero che due ragioni, una di natura economico-finanziaria ed una tecnico-psicologica, hanno contribuito alla reazione positiva dei mercati. La prima è legata al fatto che durante l'intervento è stato confermato per l'anno 2007 che l'economia Usa crescerà ancora, a dispetto degli innumerevoli dati economici degli ultimi tempi e che invece mostravano segni di stanchezza se non proprio di rallentamento; inoltre si è precisato che il problema dell'inflazione al momento è sotto controllo e non rischia di creare problemi di sorta nonostante gli allarmismi diffusi da inizio anno. Se tutto ciò corrisponde a verità assoluta oppure serva a eludere i cattivi pensieri di economisti & c. lo vedremo nei prossimi 2-3 mesi seguendo i principali dati sull'economia americana, certo è che lasciare i tassi invariati asserendo che l'inflazione non è un problema non è sbagliato ma neanche perfettamente credibile, e soprattutto come mai il dollaro perde ancora terreno dopo i continui ultimi ribassi? La sentenza la vedremo a breve senza bisogno di ricorrere ai posteri!.Il secondo motivo che giustifica la reazione dei mercati è, come detto, di natura tecnica: dopo i recenti ribassi si è formato un fronte di compratori convinti che i prezzi raggiunti da titoli e indici fossero particolarmente interessanti, compratori che hanno quindi assunto posizioni sul mercato in attesa di vendere a prezzi migliori. Situazioni come questa inducono parte degli operatori che invece hanno assunto posizioni allo scoperto in ritardo a ricoprirsi chiudendo le posizioni e, in taluni casi, ad invertirle. Questo innesca solitamente un rapido e violento avanzamento dei prezzi come è successo ieri sera e questa mattina. I prossimi giorni saranno importanti per capire se la situazione è quella descritta oppure se ci troviamo di fronte ad un nuovo e duraturo rialzo del mercato: nel primo caso entro i prossimi 2-3 giorni dovremmo assistere ad uno storno e successivamente ancora a qualche giorno positivo, per poi ricominciare la discesa verso minimi più bassi di quelli visti la scorsa settimana; nel secondo caso il mercato rimarrà sopra i minimi e sotto i massimi di periodo almeno per 4-5 settimane, per poi tornare nuovamente sopra i livelli e riprendere la corsa.