2007.
L'ultimo post della prima versione di Mongolia.
Poi una lunga pausa e ancora non ho ben capito se voglio risalire a bordo di queste pagine e incominicare un nuovo viaggio.
So solo che le parole lasciate nel 2007 sono rimaste archiviate non solo tra i file di una memoria esterna, ma anche da qualche parte nel mio animo.
Non sono mai riuscito a staccarmi completamente perché ero riuscito a creare un mondo parallelo che mi faceva stare bene anche quando bene bene non stavo.
Perché a volte è difficile non perdere l'equilibrio in questo vivere di corsa, di fretta, dove le parole contano se portano guadagno se no diventano solo "seghe mentali".
Tutto corre e scorre e vorrei riappropriarmi del mio tempo, delle mie parole e del mio sentire.
Sentire come sentimento, come voglia di andare oltre anche se si è stanchi.
Non voglio una versione scopiazzata del vecchio Mongolia, ma allo stesso tempo vorrei ritrovare quella magia, quel mondo parallelo del poter essere un altro me, un'altra versione possibile e altrimenti.
Può capitare a volte, che il senso delle cose ti siano più chiare se hai modo di estraniarti da te stesso e di vivere sensazioni tue. Condividerle non ti fa perdere il contatto con la realtà, ma allo stesso tempo qui sono in una stanza mia.
Sono scappato presto dall'ufficio oggi.
Tutto mi stava stretto così come il nodo della cravatta.
La mente è una palude troppe cose da pensare al lavoro e troppe da risolvere nella vita.
Per fortuna che non ho dovuto aspettare l'autobus, sono salito al volo.
Seduto vicino al finestrino guardando fuori la città scorrere, il movimento degli altri che come me cercano di arrivare a sera.
E se domani fosse ieri?
E se cominciassi un altro viaggio dentro Mongolia?