Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 27 Maggio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

FINITAAAAaaaaaaaaaaaa... così si gridava a militare il giorno del congedo e così noi urliamo oggi dopo piu' di un anno di lavoro in Ferrari.
Torno a casa non so per quanto, ma torno.

Presto tornero' anche a scrivere in queste pagine, ma oggi mi limito a festeggiare la conclusione di un anno di lavori forzati che si è conclusa con molteplici successi.
Un 'esperienza che non dimenticheò mai... il pensiero va a tutti i miei compagni di avventura, giovani professonisti che non mi hanno mai deluso... e ieri abbiamo festeggiato adeguatamente ;) ..

ehehe allego foto finale del dolce, il resto sarebbe compromettente(professionalmente parlando) :p .

Approfitto per salutare tutte le persone che ho conosciuto in questi spazi "multimediali" che in questi giorni mi hanno fatto compagnia nei momenti di maggior tensione.

ciao a tutti e a Presto

Andrea

 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 16 Maggio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

A long time ago
in the galaxy
far far away...

..nella lontana galassia di Maranello,
é iniziata la guerra..


 sotto un cielo plumbeo carico di minacciosa eletricità, 
si svolge uno scontro infuocato.

I giovani jedi,
guidati dal loro maestro MoonRider,
combattono contro il tempo per compiere la loro missione, il rilascio di una nuova release.

attraverso pericoli e insidie,
affrontano il fato
 con onore e maestria   ...

..Il nemico vigila attento, in attesa di colpire,
ma la forza li accompagna e li sostiene.

A voi miei guerrieri dico:
UNA SETTIMANA DI BATTAGLIE CI ATTENDE
NON FALLIREMO!

MoonRider
(Maestro Jedi Informatico)

 
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 13 Maggio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

Vita.

Sono strattonato nel fare di tutti i giorni, seduto nella mia macchina mi dirigo al lavoro..

ad un tratto , come tirato da una forza celata, il mio volto si gira e in quel nuovo vedere noto sul marciapiede un bambino. 

Piangeva , si disperava, scaricava tutta la sua giovane energia gridando al mondo con le sue lacrime. Da lì a poco si scorge una dolce figura, lei, con gesti calmi e pazienti, gli  si china incontro e con amorevole cura gli asciuga il visino arrossato. 

Piccolo, rinfrancato dai gesti materni e dall’attenzione conquistata , alza il suo ingenuo sguardo e nel suo guardar curioso incrocia il mio.

Gli sorrido intenerito da una scena di cui non ho memoria e lui, come se mi leggesse dentro, mi fa cenno con la manina quasi volesse rendermi partecipe della sua fortuna. 

Rifletto… mi accorgo per un secondo  che con quelle vite, che per attimi avevano rapito il cosciente,  avevo ,in un tempo d’orato, unito i nostri universi. 

Ero anch’ora immerso in questi pensieri quando mi ritrovo seduto in un bar..

Osservo le persone che passano, ne immagino il passato e il futuro, li scruto nel loro incedere , mi sprono a comprenderne il significato… sono vite, realtà parallele alla mia. 

Quante anime, entrano nella nostra vita e noi non ne siamo consapevoli,

Quante storie sono entrate e uscite dal nostro vivere… ma quante non ci sono mai entrate… 

è strano come non ci si renda conto della molteplicità di mondi intorno a noi. 

Ci misuriamo con le persone che conosciamo, ma la moltitudine che arriva solo a sfiorarci ha il potere di ridimensionare il nostro ego.

Si , io sono solo un’infinitesima particella di questo universo sotto i miei occhi.. 

Mi pongo queste domande e inevitabilmente ripenso a te, amico mio… 

Per un istante, un insignificante porzione di tempo, mi sono ritrovato a scrutare la moltitudine davanti a me, nella folle speranza di scorgere la tua figura.

Perché, perché questo pensiero..quale burla maligna di un animo corrotto…

ma non accuso, non mi crucio di quei pensieri anzi, mi trovo a sorridere alla mia stoltezza e,

come se qualcuno potesse leggere i miei pensieri,  mi immergo nel giornale appena acquistato, quasi a farmene scudo. 

Ho conosciuto molte persone nella mia vita, forse più di quanti i miei anni potrebbero presagire, alcune di loro nel bene, altre nel male, hanno fatto parte di me,

altre sono state solo  comparse di un cammino che mi ha condotto a quello che sono. 

Ho ricordi di tempi lontani, tempi che i più dimenticano, ma che in me sono marchiati a fuoco, cicatrici indelebili di quella che no fu la mia giovane età.

ed è li che approdo con i pensieri

ed è da li che voglio trovare i compagni di viaggio su questo sentiero di nome vita. 

Amici vicini e lontani,
io sono quello che ho vissuto,
io sono quello che è stato,
io sono quello che ho percorso
e nulla mi è dato per cambiare…
anche perché, quello che sono è parte di voi.

 
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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 12 Maggio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

 

Il cielo è guarnito di pizzi di spasmodico rosso,
Fuggono le volteggianti nebbie e ombre,
L'alba si leva dal mare
Come una bianca dama dal suo letto.
 
E dentellate bronzee frecce cadono
Attraverso le piume della notte,
E una lunga onda di luce gialla
Silente si rompe su torre e sala,
 
E allargandosi ampia nel mondo
Desta alla fuga qualche svolazzante uccello,
E tutte le cime dei castagni sono mosse,
E tutti i rami striati d'oro.

-Oscar  Wilde-

Impressione Le Réveillon

 
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Mi parlo

Post n°9 pubblicato il 10 Maggio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

isolarsi..
isolarsi forse ai piu' è cosa incomprensibile, quasi da ripudiare ma per me no.
per me è l'occasione di ritrovarmi, di parlarmi di conoscermi, di fare un consuntivo obbiettivo di quello che la vita ti ha riservato giorno per giorno...

e poi la pace... si perchè a volte la solitudine è sinonimo di pace, di astrazione temporanea dai disagi  e da tutti quegli aspetti che spesso fanno di noi attori di una vita che ci viene imposta.

Mi rivedo, la mia giornata è fatta di attimi, momenti che sono teatri di diverse realtà e io ne sono l'attore.. passo da un personaggio all'altro a seconda delle necessità, lo facciamo tutti, è il quieto vivere che ce lo impone, ma quanta violenza ci facciamo...

Spesso indossare le maschere puo' sembrare facile, ma per chi ha un'animo irrequieto spesso è fonte di stress,  di stanchezza, di malessere.

Si inizia alla mattina... eccomi, il primo palcoscenico è quello del lavoro, un teatro freddo in cui il proprio io spesso deve essere tenuto a freno, le regole sono rigide e ben definite, il copione è facile, ma non per questo piu' leggero...
Mi trovo a passare dalla rigidità, alla comprensione, alla diplomazia così tante volte che mi gira la testa.... dicono che si chiami professionalità il saper gestire questi personaggi nel miglior modo possibile... io lo chiamerei piuttosto equilibrismo...

La giornata volge al termine, mi guardo e mi scarico di quelle maschere che mi hanno accompagnato nelle ore trascorse... ripenso a quanto è passato, pianifico già per l'indomani quando.... eccomi, sono nel traffico... una giungla, una mandria di esseri che seduti nel frutto della genialità di altri si credo onnipotenti, aggressivi..
strano, sono convinto che i piu',  se fossero a piedi, si troverebbero  a camminare rasenti al muro, timorosi che la propria ombra posso attirare l'attenzione di qualche irruento disturbatore..

Sospiro, è un gesto automatico... altra maschera , altro ruolo.. mi calmo, fingo che l'arroganza non mi scalfisca, la prepotenza invece che infuocarmi e votarmi al confronto, mi fa sorridere...
e porseguo nel cammino che porta al consumarsi dei miei istanti ....

Eccomi finalmente fuori da quel girone dell'inferno, fatto di tanti piccoli insignificanti esseri, piccoli vili animaletti rinchiusi in corazze metalliche.

Respiro, tolgo la maschera, l'ossigeno ha un'altro sapore, sono io ..
ma no, non è arrivato ancora l'ultimo atto, esistono miriadi di persone, ognuna diversa, ognuna col suo animo, ognuna con una sensibilità diversa... ognuna richiede un porsi diverso, un'accortezza particolare, li rispetto... mi adeguo e vesto del mio essere più consono....

Scappo, mi rifugio nel mia riserva di pace, e nuovamente assaporo la pace del viso scoperto, di colui che dietro le quinte vede finire lo spettacolo, affrancato da quelle tende tirate che celano la moltitudine che ti osserva.

Assurdo forse, ma è così....

Ma esiste un mondo in cui tutto questo non serve, dove il mondo esterno è una presenza lontana, insignificante... un contorno di secondo piano...

si...è quando sono in sella alla mia moto.... che pace che libertà

Il costume: un casco, due guanti e un giubbotto.
attori protagonisti: io e la mia moto
comparse: Nessuno
ambientazione: ovunque

Che sensazione, quello che ti passa affianco e un mondo ovattato dai colori e dai suoni...
avverto il mio respiro, avverto il rombo del mio sfogo che scarica i suoi cavalli sull'asfalto, il mio cuore che pulsa, sento quasi il cervello e i muscoli all'unisono rispondere ad ogni ogni curva...
intorno è il nulla, nessuno puo' raggiungermi, niente mi puo' interrompere.. sono io... solamente io.

i miei occhi vedono colori che si mischiano, quasi fossero spennellate di un pittore che voglia sfumare i contorni del paesaggio.. oso, abbatto ogni legge della fisica, affronto una curva un'altra e sorrido di un'altro limite superato... e sorrido, sorrido perchè null'altro attraversa la mia mente, nulla che non sia il gusto di quei momenti.

Mi fermo... è un'angolo di pace, nessuno intorno a me.... mi fermo e mi trovo a contemplare la natura che mi circonda.. mi trovo perso nella sua mastosità, nella semplice grande bellezza... mi faccio cullare dai miei pensieri, non importa quali essi siano, li posso vivere nella loro pienezza assaporarne il gusto, amaro o dolce che sia...
Nessuno puo' piangere nel vedermi piangere, nessuno puo' giudicare nel vedermi giudicare, nessuno puo' soffrire dal mio soffrire.... sono libero.. libero da ogni responsabilità da ogni dovere... libero di vivere il mio essere senza inibizioni.

La solitudine, per molti tetra nemica, per me è alleata fedele, capace di riportare il mio animo in uno stato di chiarezza e di luce... si perchè credo che conoscersi e capirsi spesso sia l'unica salvezza in questo mondo

 e se i piu' sapessero affrontare se stessi, probabilmente non dovrebbero arrivare ad affrontare glia altri.

Ciò che ho davanti a me adesso,
è il mio passato.
Devo indurmi a guardarlo
con altri occhi:
devo indurre Iddio a guardarlo
con altri occhi
 
-Oscar Wilde-

 
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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 02 Maggio 2005 da MoonRider71
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Quella vita che fu tenuta a freno

 

Quella vita che fu tenuta a freno
Troppo stretta e si libera,
Correrà poi per sempre, con un cauto
Sguardo indietro e paura delle briglie.
Il cavallo che fiuta l'erba viva
E a cui sorride il pascolo
Sarà ripreso solo a fucilate,
Se si potrà riprenderlo. 

-Emily  Dickinson-

 
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Riflessioni

Post n°7 pubblicato il 29 Aprile 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

Un'altra settimana volge al termine, e io mi trovo qui ha riflettere su quello che è stato..
Ricordi, malinconie, tanta ma veramente tanta nostalgia  e tristezza sono stati gli attori principali di questi miei giorni.
Nel turbinio che ha fatto del mio animo un mare in tempesta, ho trovato ulteriore sofferenza da alcuni eppisodi che mi hanno coinvolto,anche se probabilmente causa di tali eventi è per primo il mio stato d'animo, che mi rende elettrico ed iroso.
E' un concatenarsi di situazioni, attimi.. piccoli insignificati secondi che mi trovo a soppesare ed analizzare, accorgendomi spesso del malessere che mi accompagna.
Sono qui e mi domando quanto di tutto questo sia colpa mia, quanto del mio soffrire sia sempre imputabile al mio essere.
Son cresciuto rispondendo al dolore con rabbia e tenacia, ma a volte questo faceva di me un mostro.
Credo di aver procurato sofferenza a molti ed anche a chi ha cercato di starmi vicino in questi anni, ma il mio essere è il risultato di quello che sono stato..
Voglio lasciare queste mie riflessioni solo perchè, a fronte di una settimana che dovrei voler dimenticare, voglio congelare ogni singolo momento per farne tesoro.
Questa è anche la settimana in cui sono riuscito ad affrontare uno dei miei inferni piu' tormentati, forse  non ho mitigato il mio soffrire, ma sono riuscito a guardare negli occhi il dolore senza fuggire.
A chi mi conosce chiedo scusa dei miei silenzi e dei miei scatti... è l'unico modo che mi hanno insegnato per affrontare il dolore... viverlo in solitudine senza farne peso agli altri.

Un'unica certezza... per quanto possa arrivare a piegarmi, non concedero' mai alla vita di spezzarmi... non senza lottare.

Il Passato

 E' una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.

 Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere

-Emily  Dickinson-

 
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 28 Aprile 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

Solo

Fanciullo, io gia' non ero
come gli altri erano, ne' vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni - ne' mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Ne' il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quello che amai, io l' amai da solo.
Allora - in quell' eta' - nell' alba
d' una procellosa vita - fu deerivato
da ogni piu' oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m' avvince -
dai torrenti e dalle sorgenti -
dalla rossa roccia dei monti -
dal sole che d' intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali -
dal celeste baleno
che daccano mi guizzava -
dal tuono e dalla tempesta -
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l' altro cielo)
d' un demone alla mia vista -

E. A. Poe

 
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Luca

Post n°5 pubblicato il 26 Aprile 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

Mi fermo, esploro il mio io e mi ritrovo in una stanza bianca, una stanza rotonda fatta di mille porte..

Innanzi a me il futuro: porte chiuse di colori neutri tutte identiche ognuna di loro  nasconde un tragitto che mi condurrà in quel che sarà.
Le guardo, non provo niente;
Sogni,speranze,desideri,curiosità sono sentimenti che ormai mi son negati, apro una porta e l’attraverso portandomi dietro il mio mondo ma non v’è emozione è solo un passaggio obbligato della mia vita..
Ma eccole, in una tetra ombra alle mie spalle  pesanti porte di quercia, serrate con pesanti chiavistelli arrugginiti dagli anni.
Queste sono gli ingressi che celano i miei infermi , i miei mostri, i miei ricordi.

Non riesco a guardarle, il mio sguardo timoroso e sofferente si abbassa alla vista di ciò che cela il mio ricordo, anche un sol spiraglio potrebbe invocare spettri e demoni che voglio dimenticare.

Temo l’apertura di quelle porte, temo di udire le urla e i rumori che provengono da quei luoghi, mi obbligo a voltarmi, ad ignorare quello che ho lasciato alle spalle, ma nulla vale continuando ad avvertirne la presenza.

Di tutte queste porte la tua amico mio, non sono mai riuscito a chiudere.
Lei è sempre aperta, l’inferno che racchiude  mi trascina ogni notte nell’oblio dei ricordi.

Sono passati anni, infiniti lustri, ma il mio pensiero corre a te e a quella notte dannata..

Si, ogni notte rivivo quell’incubo, ogni notte rivivo quei momenti, ogni notte provo a salvarti senza mai riuscirci.
E’ la mia punizione e il mio tormento per aver tradito me stesso nel tradire cio’ che avevo di più caro al mondo.

Oggi mi fermo, e mi obbligo a ricordare nel giorno della tua morte.

Quanti ricordi riaffiorano nel mio cuore, ad ogni immagine ad ogni suono io sanguino, le mie ferite mai rimarginate bruciano e mi maledico per esserti sopravvissuto.

Non sono mai riuscito a dirti grazie:
grazie per avermi salvato da quello che ero,
grazie per aver capito i miei silenzi e la mia rabbia,
grazie per aver visto al di là della mia furia e del mio dolore,
grazie per essere stato più un fratello che un amico,
grazie per questo ad altri infiniti motivi che hanno fatto di te il mio io più bello..

Tu mi hai preso e mi hai messo davanti a uno specchio e per la prima volta vidi in quello specchio la realtà: un mostro la cui rabbia sprigionava dagli occhi inniettati di sangue, un mostro che giorno dopo giorno assomigliava sempre più alla causa del suo dolore e del suo odio più grande.

Quante serate sdraiati sotto un letto di stelle a guardarci dentro, quante risate nel guardare il mondo nella sua goffaggine…
Solo tu sapevi chi ero, mi conoscevi come un’artista conosce la sua opera, nulla di me ti era oscuro. Ogni mia fuga dal mondo ti era palese, ogni mio nascondiglio a te era svelato…
Ricordo le volte che mi hai inseguito, che mi ha preso e trascinato con affetto e serenità nella pace di un mondo ovattato dal dolore.

Luca sono mille e ancora mille i motivi per cui ti ho voluto bene.

Non sono degno di chiederti scusa per quella sera, ho il petto squarciato in due ,il cuore mi sanguina e mai più batterà come prima, ma questo è nulla a fronte dell’averti impedito di diventar uomo.

Mi ricordo quella funesta sera, era il giorno consacrato ai tuoi festeggiamenti, si caro amico, ricordo ancora come fosse ieri i nostro progetto di giubilo , ma una nuvola nera, tenebrosa e portatrice di sventura già ci sovrastava e noi ignari ci incamminavamo verso quello che mai più avrei potuto cambiare.

Amico mio, quella sera tu mi aspettavi, quella sera tu volevi brindare alla vita , ma io mi ritrovai a combattere con i miei mostri .
Si ecco , ricordo tutto.. ricordo lui, ricordo le urla , ricordo la mia rabbia e la mia furia… ricordo la mia anima farsi inferno e riempirsi di odio e violenza…
Ricordo la fuga, l’odio per il mondo e la folle idea che non dovevo nulla a nessuno, neanche a te.
Mi ricordo di averti chiamato, cercato e poi trovato per poi abbandonarti, uno scambio fugace di parole e quel maledetto regalo, regalo di morte come fossero le monete di Giuda.
Dio mio quanto ti era chiaro il mio essere, sapevi che nulla mi avrebbe strappato al mio isolarmi, al mio desiderio di fuga e di rabbioso sfogo, nulla mi avrebbe condotto con te in quella notte e tu , ancora una volta accettasti e mi perdonasti.

Maledetto me, quella notte la stella più lucente del firmamento si spense. La tua macchina, la falce  del teschio nero, sbandò e ti trascino con lei nel letto di quel fiume.
Dio mio immagino quanto avrai lottato, quanto avrai tentato la fuga, il dolore dell’aria che mancava e io in quel momento ero a pianger me stesso..

Maledetto come ho potuto, se puoi perdonami amico mio, perdona il mio tradimento, se fossi stato con te sarei arrivato alla morte ma ti avrei liberato, non mi sarei mai fatto abbandonare dalle forze sin tanto tu non fossi stato salvo, perché non ero lì con te, perché mi è stato negato poterti salvare.

Quanto ho agoniato la morte dopo quel giorno, quanto ho maledetto la mia anima, ore intere trascorse seduto li a fissare il segno delle ruote sulla terra, la panchina divelta, il luogo della tua morte era prima di allora il nostro angolo di pace... come può essere, è un incubo.
Rimango lì e  mi obbligo ad immaginare la scena , mi violento con una rabbia consapevole pensandoti bloccato da quella cintura che non ti ha dato via di scampo, nella speranza di procurarmi tanto dolore da espiare la mia colpa .

Mi strapperei il cuore, mi caverei gli occhi con tizzoni ardenti,ma nulla potrebbe procurarmi tanto dolore quanto quella scena.

Mi ricordo le gambe cedevoli sotto il peso del tuo corpo, ero lì, indegno, a portarti nella navata della chiesa davanti a chi ti amava, nessuno sapeva quanto quel feretro pesasse , quanto la pazzia stesse ormai facendo breccia in me….
Non ho più lacrime da allora amico mio, son diventato uomo, ho potuto cambiare ho lottato per essere ciò che ti avrebbe reso fiero di me ma non sarò mai  perché tu non sei con me.

Tu mi chiamasti la Fenice, tu volevi che io risorgessi dalle mie ceneri, che bruciassi il mio passato e il mio dolore … bhe l’ho fatto amico mio, ma come posso vivere con questo peso, con questa colpa.
Sono cambiato, non sono più il ragazzo di allora, ho imparato ha celare la mia rabbia e il mio dolore, ho imparato a indossare maschere per non mostrarmi… ho imparato a isolarmi per non far soffrire, ho imparato a non fuggire ma affrontare…. Nulla da allora temo, forse perchè come un antico cavaliere cerco la guerra per sfidare chi ti ha portato via da me.

Quella tua porta in questi giorni è sempre più aperta, un suono sinistro mi avvolge e mi trascina nel profondo ma oggi non fuggo, oggi mi abbandono a lei.. sanguino , soffro,urlo, ma voglio ricordarti, voglio celebrarti perché al mondo pochi hanno avuto la fortuna di averti vicino.

Guardo alla luna, e fantastico di te seduto su un cavallo bianco che di lassù mi segui e mi controlli, ridi delle mie cadute, i tuoi occhi si illuminano come allora, la tua anima bianca sorride ai miei grugniti e rammenta i tempi insieme, orgoglioso di quello che sono.

Sei il cavaliere che mi ha insegnato onore e lealtà, amore e amicizia… e nella speranza di farti vivere con me, ogni giorno mi alzo e affronto una nuovo dì.

I miei incubi mi ricorderanno le mie colpe e i mie sogni la tua anima e così sarà per sempre…

… per sempre sarai nel mio cuore amico mio, e mai più ti abbandonerò.


Tuo per sempre Andrea

 
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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 25 Febbraio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

Come un vento furioso
flagella la bandiera
e tanto più splendida e gloriosa
essa sventola in cielo
Così puoi schiaffeggiarmi quanto vuoi
vita mia,
e quanto più crudele sei
tanto più forte mi fai.

dedicato a tutti quelli che ogni minuto di felicità se lo sono dovuti guadagnare con le unghie..

 
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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 05 Febbraio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

.....Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo non e' che un sogno dentro un sogno.   Sto nel fragore di un lido tormentato dalla risacca, stringo in una mano granelli di sabbia dorata. Soltanto pochi! E pur come scivolano via, per le mie dita, e ricadono sul mare! ....

Edgar Allan Poe

 
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Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da MoonRider71
Foto di MoonRider71

Come la fenice voglio rinascere dalle mie ceneri, e da qui partiro' per una vita nuova... immune a quella che fu ... a quello che ero.
Un unico ricordo di quello che è stato come monito per il futuro.

Riporto uno sfogo che scrissi di getto una mattina, una mattina come tante.... e come tante la odiavo...


Fioca la luce
invade l'oblio del mio soffrire,
la vita con lei mi desta dal giaciglio notturno.
Mi alzo,
stanco,traballante
in un mondo non ancora nitido.
Una forza ingiusta mi ricorda di respirare e
mi immergo nel fare di tutti i dì.
Un ripetersi di gesti,
di fatiche
e di sproni,

che mi portano a vivere.
ed infine eccomi,
li,
con lui,
che mi guarda dritto negli occhi,
uno sguardo vuoto e spento
di chi non ha piu' nulla da dire.
L'acqua scorre,
è colonna sonora dei miei pensieri,
è il ripetersi di un inferno già visto.
Mi guardo e mi dico ....
Un altro giorno ...
Perchè ??



Il dolore è sopito, le ferite rimarginate... la fenice è risorta.. ma queste parole non voglio dimenticare... per sempre dovranno restare, come incise in un granito... il granito della lapide di quello che fu.


 
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