I sogni...

Post N° 20


20.Glielo aveva letto in faccia. Era distante.E glielo avrebbe letto anche se fossero stati lontani... se non avesse avuto modo di vederlo. E' strano, pensō, come a volte le nostre parole parlino anche quando non siamo noi a volerle dire. Il gioco era sempre quello: una parola detta di troppo, una parola detta di meno. Il danno era fatto.Cosė, accadeva che i giorni lontani allontanavano anche l'amore, rendendolo sterile come il ventre di una donna mai mamma.Eppure, non sarebbe stato difficile improvvisarsi maghi e con una bacchetta magica cambiare il corso delle cose... Moderni maghi Merlino senza licenza.No, noi siamo reali...E lei era altrettanto reale come un battito di cuore che salta, lasciandoci il ricordo di un affanno... una vaga concentrazione nel riprendere il ritmo normale di quella che noi chiamiamo Vita... 1, 2, 3, 4... 5... 6... Si ritrovarono, un giorno, su di una panchina nel centro del mondo, dove la gente era il contorno di quel loro piccolo tutto. La confusione per loro era il silenzio... Come silenzio era l'Amore dei loro due cuori. Dei loro sguardi vuoti, ormai distanti...Non si vedevano da mesi... 2, forse 3... a pensarci bene anche 4...Sembrava un tempo lontano, ma dannatamente presente.Eppure... il silenzio parlava per loro, conduceva quella sinfonia impazzita di note mai nate... Un direttore d'orchestra senza spessore, del quale l'essenza era l'unica dimostrazione... in quel fragore di note che necessitavano di essere scritte.Si guardarono. Si sfiorarono con il tocco leggero di un fiore.Ma non riuscirono a dirsi "Ti amo". Forse perchč quel fiore s'era dimenticato di nascere.Rimasero lė. Su quella fredda panchina di marzo. Nel frastuono rimbombante di gente di passaggio. A fissarsi l'un l'altra. Cercando di capire chi fossero realmente per entrambi. Mentre il mondo, fuori di loro, girava.