28.Aprì la pagina del suo diario... e si fermò sulle parole scritte su un foglietto poi custodite fra quelle pagine.Erano passati molti mesi, ormai... quasi anni...Sembrava tutto distrattamente vicino, ma così certamente lontano.La storia si era consolidata in tanti giorni aggranellati uno dietro l'altro, come un rosario. E le loro anime, se non ancora del tutto nude, si sfrioravano nell'empatia più calda... Ma il freddo silenzio dell'orgoglio, alle volte, ibernava quei giorni al limite della battuta d'arresto.Lesse quelle pagine di diario così lontane, così sbiadite. Con un inchiostro ingrassato dal tempo e da una calligrafia quasi sconosciuta, eppur sua. Calde lacrime d'affetto e nostalgia le rigarono quel viso che, da tempo, non era più capace di sorridere, se non per rapide e ripide imposizioni. Si abbandono alle coperte del sonno per trovare del calore nel freddo delle parole che gli aveva appena lasciato...Tutto precipitava... come una collina di farina dopo un colpo di mano... si sentiva scivolare su quella morbidezza... senza tempo...Avidamente, lesse più che poteva... e rilesse per riprovare quelle sensazioni degli inizi, talmente diverse dal poi. Lesse... e il vortice di nostalgia la attanagliò fino a renderle insopportabile il presente. Chiuse tutto. Si abbandonò nel ricordo. Al pianto.Al frastuono di perchè...Il giorno dopo, raccolse il diario abbandonato per terra...Quel che aveva letto, non aveva data.^
Post N° 28
28.Aprì la pagina del suo diario... e si fermò sulle parole scritte su un foglietto poi custodite fra quelle pagine.Erano passati molti mesi, ormai... quasi anni...Sembrava tutto distrattamente vicino, ma così certamente lontano.La storia si era consolidata in tanti giorni aggranellati uno dietro l'altro, come un rosario. E le loro anime, se non ancora del tutto nude, si sfrioravano nell'empatia più calda... Ma il freddo silenzio dell'orgoglio, alle volte, ibernava quei giorni al limite della battuta d'arresto.Lesse quelle pagine di diario così lontane, così sbiadite. Con un inchiostro ingrassato dal tempo e da una calligrafia quasi sconosciuta, eppur sua. Calde lacrime d'affetto e nostalgia le rigarono quel viso che, da tempo, non era più capace di sorridere, se non per rapide e ripide imposizioni. Si abbandono alle coperte del sonno per trovare del calore nel freddo delle parole che gli aveva appena lasciato...Tutto precipitava... come una collina di farina dopo un colpo di mano... si sentiva scivolare su quella morbidezza... senza tempo...Avidamente, lesse più che poteva... e rilesse per riprovare quelle sensazioni degli inizi, talmente diverse dal poi. Lesse... e il vortice di nostalgia la attanagliò fino a renderle insopportabile il presente. Chiuse tutto. Si abbandonò nel ricordo. Al pianto.Al frastuono di perchè...Il giorno dopo, raccolse il diario abbandonato per terra...Quel che aveva letto, non aveva data.^