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Messaggio n° 158 |
11-01-2006 |
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la uno Mi tocco di continuo il naso. No non metto le mani nel naso, lo tocco esternamente!!
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Inviato da giorgino11 @ 15:13 |
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Messaggio n° 156 |
11-01-2006 |
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"In quel momento fu come se il tempo si fermasse, e l’anima del mondo sorgesse con tutta la sua forza davanti al ragazzo. Quando guardò gli occhi di lei, un paio di occhi neri, le labbra indecise fra un sorriso e il silenzio, egli comprese la parte più importante e più saggia del Linguaggio che parlava il mondo e che chiunque, sulla terra, era in grado di capire con il proprio cuore. E si chiamava Amore, una cosa più antica degli uomini e persino del deserto, che tuttavia risorgeva sempre con la stessa forza dovunque due sguardi si incrociassero come si incrociarono quei due davanti a un pozzo. Le labbra della giovane, infine, decisero di accennare un sorriso: era un segnale, il segnale che il ragazzo aveva atteso per tanto tempo nel corso della vita, che aveva ricercato nelle pecore e nei libri, nei cristalli e nel silenzio del deserto. Ed era lì, il linguaggio puro del mondo, senza alcuna spiegazione, perché l’universo non aveva bisogno di spiegazioni per proseguire il proprio cammino nello spazio senza fine. Tutto ciò che il ragazzo capiva in quel momento era che si trovava di fronte alla donna della sua vita e anche lei, senza alcun bisogno di parole, doveva esserne consapevole. Ne era certa più di quanto lo fosse di ogni altra cosa al mondo, anche se i genitori, e i genitori dei genitori, le avevano sempre detto che, prima di sposarsi, bisognava frequentarsi, fidanzarsi, conoscersi, e avere denaro. Ma, forse, chi lo affermava non aveva mai conosciuto il linguaggio universale: perché, una volta che vi si penetra, è facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri si incontrano, e i loro sguardi si incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose sotto il sole sono state scritte dalla stessa Mano: la Mano che risveglia l’Amore e che ha creato un’anima gemella per chiunque lavori. Si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole. Perché, se tutto ciò non esistesse, non avrebbero più alcun senso i sogni dell’umanità. " P. Coelho - "L'Alchimista"
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Inviato da giorgino11 @ 10:24 |
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Messaggio n° 155 |
04-01-2006 |
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Ho già parlato di distanze? Lo chiedo ai miei lettori più accaniti. A quelli che non si sono lasciati scappare neanche una puntata di questo mio racconto. No, non mi riferisco esattamente ad un unico significato del termine. Piuttosto il tentativo è quello di sviscerarne le molteplici sfumature possibili.
Si comincia dalla distanza “metrica”, dall’impossibilità di stare sempre e comunque… in qualunque momento… dove si vuole, nella situazione che si desidera, nel punto esatto dello spazio preteso dalle nostre percezioni sensoriali: i sensi chiedono, pretendono che il corpo sia in quel posto lì, in quel momento lì, ma l’involucro non risponde, non possiede il dono dell’ubiquo. In questi casi l’unica soluzione è adulare la propria mente a tal punto da cambiarne le regole percettorie, attaccandosi ad ogni genere di amenità… i fischi alle orecchie, gli squilli del cell, il prurito al naso, le fitte al cuore... Eppoi, quando la distanza spaziale finalmente scompare, ecco che aumenta quella mentale. Il cervello fugge… desidera la libertà, la lontananza, il distacco…
Che stranezze questa vita, bellissima ma piena di sensazioni bizzarre, di odori che non tutti sono in grado di intercettare, di sentimenti che altalenano… imbevuti come sono di melense esigenze prossime a colar via.
Poi la distanza “cerebrale”: il desiderare, l’aspettare, il sognare che le cose della vita vadano anche per gli altri nello stesso modo… e venire puntualmente disillusi. Tutto ciò nonostante si sia vaccinati, esperti degli accadimenti del mondo, più volte attori di eventi similari. Ma il voler vivere strenuamente di continui dejavu accade solo per il gusto di ripetere la stessa esperienza? Forse ha ragione Paulo, le cose avvengono più volte per sottoporci ad una sorta di prova, si ripetono per vedere quali reazioni assumiamo… se abbiamo imparato la lezione.
E ancora la distanza dei “sentimenti”, una molla che, trascinata dal peso della passione, alterna continue espansioni e contrazioni; che, ad ogni conferma della debolezza dell’altro, ti fa allontanare da lui… per conquistare la coppa del vincitore.
O infine la distanza “fisica”, il bisogno irrefrenabile di entrare nell’aura dell’altro, di varcare la soglia proibita all’avulso, di penetrare il muro dei sentimenti per spingersi fino al contatto più intimo… e prolungato.
…
Stupide altalene che ti tormentano il cuore, il fegato, il cervello, il colon, le ghiandole sudorifere, e chi più ha… più offre alla causa!
;))
A.
P.S.: Azz… dimenticavo la distanza tra "il pensiero e l’azione”. E’ da apprezzare chi dice poco di ciò che pensa e preferisce nutrirsi di momenti vissuti, no?
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Inviato da giorgino11 @ 11:21 |
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Messaggio n° 154 |
25-12-2005 |
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Vediamo cosa riesco a scrivere. Provo con una letterina a babbo natale? No, già letta.
A gesù bambino? Neanche… avrà già da fare. Scrivo allora al mio angelo custode, ci sarà almeno quello, no?
Caro Angelo, ti ringrazio per questo fantastico anno che mi hai fatto trascorrere. Sei tu che mi hai regalato 365 giorni (o poco meno) di euforia alle stelle, vero? Il 2005 rimarrà nei miei ricordi per sempre, non c’è 21 dicembre che tenga! Cosa posso pretendere di più da te, mio custode celeste? Eppoi già so da fonti attendibili che anche il prossimo anno non sarà male! Spero che sia piacevole almeno come lo è stato quest’anno… che sia risolutivo per un paio di faccende che ho particolarmente a cuore e che desidererei chiudere nel migliore dei modi. Vorrei cambiare città, definitivamente. Si, sono innamorato di Roma, di quest’aria diversa, del tepore che scalda i cuori, degli slanci d’animo, della simpatica invadenza dei suoi abitanti. Sono pazzo, impazzito, impaziente di tornare lì, nei primi dell’anno… per smaltire la sbronza etilica e rifare il pieno di adrenalina. Sono in crisi di astinenza. Debbo frenare i miei pensieri e le mie voglie. Trattenere tutte le immagini e tutte le promesse nella mia mente. Debbo sperare che la mia stessa assenza la faccia impazzire ancora. Debbo sopire le mie paure. Debbo sognare sperando poi di vivere quello che ormai esiste dentro me.
Insomma, come vedi ti chiedo poco. Confido in te caro mio angelo guida. Prendi anche tu qualche giorno di riposo... te lo meriti! Buona fine e meraviglioso inizio.
;))))
A.
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Inviato da giorgino11 @ 20:20 |
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