La notte è scesa e ho paura di aver perso qualcosa…ah, sì, il cellulare! Devo chiamare la mia fidanzata e la mia bambina…com’è finito il telefono dentro un cassetto se non li ho neanche aperti? (Sore: “Gente, non scervellatevi: è stato Paul che non voleva che lui parlasse con la fidanzata!”)“Plonto?” la mia bambina ha risposto, che bello, volevo proprio sentirla, volevo proprio dirle…“Puffetta, indovina chi è?” e attendere la risposta dalla vocina…“Un bravo cantante di ninne nanne!”(Sore: “Irene, questa da dove ti è venuta questa frase idiota?”)L’adoro, quando parto diventa perfino più dolce!Mentre le racconto il viaggio e lei mi parla della bambina della casa vicina che la stressa per ogni cosa, spengo la luce per godermi meglio la nostra conversazione. Nella stanza c’è solo una striscia di luce, che proviene alla camera di Irene. Che caso! Quando ho visto quell’uscio sono corso alla reception per chiedere di essere spostato…e poi ci ho pensato che la cosa poteva parere sospetta e spiacevole. Un’ombra nera passa avanti e indietro, spezzando il bagliore. E’ lei, lo so, ma mi sta deconcentrando dalla mia principessa.“Mi passi la mamma?”“Sci!”Sento che corre al piano di sopra della nostra villetta, I suoi piedi minuscoli battono sui gradini. Pum pum pum, fino al letto di mamma, dove fa rotolare il cordless.“Ciao.” È un po’ alterata, mi toccherà discutere con lei, perchè sa che non sono partito per un concerto.Finita la conversazione sono incazzato e getto il telefono lontano, sento che sbatte contro qualcosa, ma me ne frega poco. Mi infilo sotto le coperte, chiudo gli occhi e intanto anche Irene ha spento le lampade. Mi abbandono al buio più totale, la mia mano scivola lentamente sotto il cuscino. Mi sento minuscolo nel letto…e con I polpastrelli sfioro qualcosa di caldo e oltre al mio cuore qua dentro pulsa qualcos’altro (Sore: “Devo pensare male?” Irene: “No!). Ciò che ho toccato è una mano con la pelle morbida e liscia…le bacio le dita, è Irene, sì, è lei, è venuta da me…sarà una notte fantastica…
La mano calda
La notte è scesa e ho paura di aver perso qualcosa…ah, sì, il cellulare! Devo chiamare la mia fidanzata e la mia bambina…com’è finito il telefono dentro un cassetto se non li ho neanche aperti? (Sore: “Gente, non scervellatevi: è stato Paul che non voleva che lui parlasse con la fidanzata!”)“Plonto?” la mia bambina ha risposto, che bello, volevo proprio sentirla, volevo proprio dirle…“Puffetta, indovina chi è?” e attendere la risposta dalla vocina…“Un bravo cantante di ninne nanne!”(Sore: “Irene, questa da dove ti è venuta questa frase idiota?”)L’adoro, quando parto diventa perfino più dolce!Mentre le racconto il viaggio e lei mi parla della bambina della casa vicina che la stressa per ogni cosa, spengo la luce per godermi meglio la nostra conversazione. Nella stanza c’è solo una striscia di luce, che proviene alla camera di Irene. Che caso! Quando ho visto quell’uscio sono corso alla reception per chiedere di essere spostato…e poi ci ho pensato che la cosa poteva parere sospetta e spiacevole. Un’ombra nera passa avanti e indietro, spezzando il bagliore. E’ lei, lo so, ma mi sta deconcentrando dalla mia principessa.“Mi passi la mamma?”“Sci!”Sento che corre al piano di sopra della nostra villetta, I suoi piedi minuscoli battono sui gradini. Pum pum pum, fino al letto di mamma, dove fa rotolare il cordless.“Ciao.” È un po’ alterata, mi toccherà discutere con lei, perchè sa che non sono partito per un concerto.Finita la conversazione sono incazzato e getto il telefono lontano, sento che sbatte contro qualcosa, ma me ne frega poco. Mi infilo sotto le coperte, chiudo gli occhi e intanto anche Irene ha spento le lampade. Mi abbandono al buio più totale, la mia mano scivola lentamente sotto il cuscino. Mi sento minuscolo nel letto…e con I polpastrelli sfioro qualcosa di caldo e oltre al mio cuore qua dentro pulsa qualcos’altro (Sore: “Devo pensare male?” Irene: “No!). Ciò che ho toccato è una mano con la pelle morbida e liscia…le bacio le dita, è Irene, sì, è lei, è venuta da me…sarà una notte fantastica…