Lottano tra loro e tirano il mio debole cuore in opposte direzionil’amore e l’odio ma (penso) vince l’amore.Ti odierò se potro; altrimenti, ti amerò controvoglia:anche il toro non ama il giogo che porta, eppure porta il giogo che che odia.Fuggo dalla tua infedeltà, ma mi riporta indietro la tua bellezza;detesto la tua condotta colpevole,ma amo il tuo corpo.Così non riesco a vivere nè con te nè senza di te,e mi sembra di non sapere che cosa voglio davvero. Vorrei che tu fossi meno bella o meno impudica: una bellezza così incantevole non si accorda con costumi corrotti. Le tue azioni meritano l'odio, il tuo bel viso induce all'amore: o me infelice, esso è più potente delle tue colpe!Rispàrmiami, te ne prego, per i diritti del letto che ci unisce, in nome di tutti gli dèi, che spesso si lasciano ingannare da te, in nome della tua bellezza, che per me ha potere divino, in nome dei tuoi occhi, che hanno conquistato i miei!Comunque ti comporterai, sarai sempre mia; tu scegli soltanto se vuoi che io ti ami perché anch'io lo desidero, oppure perché vi sono costretto!Piuttosto alzerei le vele e mi affiderei al soffio dei venti e vorrei una donna che, s'io non volessi, mi costringesse ad amarla.Publio Ovidio Nasone, più semplicemente Ovidio (in latino: Publius Ovidius Naso; fu un celebre poeta romano tra i maggiori elegiaci. L'elegia latina è una distinta forma della poesia lirica della letteratura in lingua latina. Il carattere dell'elegia latina è generalmente interpretata come un canto di lamento (Ovidio la definisce elegiae flebile carmen in Heroides XV, 7)
Publio Ovidio Nasone
Lottano tra loro e tirano il mio debole cuore in opposte direzionil’amore e l’odio ma (penso) vince l’amore.Ti odierò se potro; altrimenti, ti amerò controvoglia:anche il toro non ama il giogo che porta, eppure porta il giogo che che odia.Fuggo dalla tua infedeltà, ma mi riporta indietro la tua bellezza;detesto la tua condotta colpevole,ma amo il tuo corpo.Così non riesco a vivere nè con te nè senza di te,e mi sembra di non sapere che cosa voglio davvero. Vorrei che tu fossi meno bella o meno impudica: una bellezza così incantevole non si accorda con costumi corrotti. Le tue azioni meritano l'odio, il tuo bel viso induce all'amore: o me infelice, esso è più potente delle tue colpe!Rispàrmiami, te ne prego, per i diritti del letto che ci unisce, in nome di tutti gli dèi, che spesso si lasciano ingannare da te, in nome della tua bellezza, che per me ha potere divino, in nome dei tuoi occhi, che hanno conquistato i miei!Comunque ti comporterai, sarai sempre mia; tu scegli soltanto se vuoi che io ti ami perché anch'io lo desidero, oppure perché vi sono costretto!Piuttosto alzerei le vele e mi affiderei al soffio dei venti e vorrei una donna che, s'io non volessi, mi costringesse ad amarla.Publio Ovidio Nasone, più semplicemente Ovidio (in latino: Publius Ovidius Naso; fu un celebre poeta romano tra i maggiori elegiaci. L'elegia latina è una distinta forma della poesia lirica della letteratura in lingua latina. Il carattere dell'elegia latina è generalmente interpretata come un canto di lamento (Ovidio la definisce elegiae flebile carmen in Heroides XV, 7)