Riccardo

G. Byron


 Amo i film che parlano di viaggi, viaggi organizzati tenendo conto dell'attrezzatura essenziale, una tenda, un pò di cibo e poco altro; l'indispensabile, pare, per la sopravvivenza. Viaggi con mete raggiunte a piedi, viaggi svolti, spesso, in solitudine.Esaminando le vite di due di questi viandanti, Chris McCandless e di Cheryl Strayed, protagonisti dei film "Into the Wild" e "Wild", noto che c'è un elemento in comune tra loro, l'amore per la letteratura.Si affacciano,così, capolavori quali:Walden di Henry David Thoreau;Zanna Bianca di Jack London;Il Richiamo della Foresta di Jack London; Dottor Zivago di Boris Pasternak; Il Terminale Uomo di Michael Crichton;Taras Bul'ba di Nicolaj Gogol;Delitto e castigo di di Fëdor Dostoevskij;Guerra e pace di Tolstoj;'Family Happiness' & 'The Death of Ivan Ilych' di Tolstoj; Si citano libri quali:Il risveglio di Kate Chopin;La figlia dell'ottimista di Eudora Welty;Antonio e Cleopatra di William Shakespeare;A tuffo nel relitto di Adrienne Rich;California di Joni Mitchell;Mentre morivo di William Faulkner;The Dream of a Common Language di Adrienne Rich;Staying Found, The Pacific Crest Trail Volume 1: California.Questi sono alcuni esempi che fanno comprendere, a mio avviso, come il desiderio di libertà, di crescita, di rinascita sia anche frutto di pagine e pagine impregnate di inchiostro.I libri rappresentano una porta, la porta. Significano apertura verso il mondo, verso la natura, verso la verità.E non credo vi sia ricchezza più grande di questa consapevolezza.