Riccardo

Otium e negotium


Alcuni uomini funzionano a compartimenti stagni, il lavoro è lavoro e la vita privata è vita privata, non mischierebbero mai le faccende dell’uno con le faccende dell’altra, quando lavorano si chiudono fuori dalla porta dell’ufficio, dello studio, la vita privata, la famiglia, gli affetti, e quando tornano a casa appendono al chiodo fuori dalla porta la loro divisa e i loro titoli professionali, con tutti i problemi annessi e connessi, che rinviano alle ore d’ufficio. Queste persone attingono la ripartizione della loro giornata e delle loro attività alla cultura degli antichi romani, che amavano vivere nell’otium, e, se potevano, delegavano agli schiavi e ai loro clientes molte delle attività noiose o faticose seppur necessarie, e che uscivano a malincuore dalla beatitudine dei loro otia quando proprio non potevano farne a meno, negandoli. Altri uomini, invece, fanno confusione fra pubblico e privato, fra affetti e lavoro, fra otium e negotium, e non è raro che cerchino di attingere o di riversare sentimenti nel loro ambiente di lavoro e di imprimere dinamiche tipiche del mondo lavorativo ai loro sentimenti. È certamente impressionante notare quante storie d’amore nascano nell’ambiente in cui lavoriamo, e non si tratta soltanto del fatto che passiamo così tanto tempo fra le mura dei nostri studi, dei nostri uffici, a stretto contatto con clienti e colleghi, che pare inevitabile che anche gli affetti sorgano dal medesimo ambiente, non scrisse forse quel grande poeta che fu Giacomo Leopardi che la "ginestra" è un fiore stupendo che nasce sulle pendici dei vulcani,
dove non c’è più vegetazione, dove sembra non poter crescere nient’altro e non ho visto io stesso sulle pendici dell’Etna, dove la vegetazione si rarefà fino ad annullarsi, quelle macchie di giallo intenso in mezzo al grigio antracite e al nero basalto?Buona serata a tutti.