È finita, si torna a casa.
La valigia è sul letto di una camera d'albergo con le pareti rosa scuro, gli abiti e i regali da sistemare all'interno di essa in un complicato gioco di incastri, la musica e la voce di Vasco Rossi che esce dalla piccola cassa dell'ipad e la mia mente che pensa a questi giorni passa ti lontano da casa.Come per ogni esperienza che si conclude porti via con te un bagaglio di emozioni, sensazioni e ricordi da sistemare in un angolo della tua memoria pronti ad essere recuperati all'occorrenza. Questa volta porto via con me dei volti, catturati anche con la mia reflex ad integrazione di ciò che rimarrà nella mia memoria. Volti scuri, volti spaventati, tristi, arrabbiati, volti rigati di lacrime e volti felici per avercela fatta, volti segnati da una vita difficile e da esperienze terribili, volti sorridenti con gli occhi brillanti per qualche minuto di spensieratezza che ho saputo regalare loro e che loro hanno saputo regalare a me, volti che non vedrò mai più ma dei quali conserverò anche quel mezzo sorriso che mi hanno concesso.
E poi ci sono i volti di nuove persone conosciute per lavoro, nuovi e vecchi amici con i quali ho condiviso i momenti duri e i momenti di relax.
Ma forse i volti che più mi rimarranno dentro sono quei volti che non hanno più un volto, sfigurati e irriconoscibili, con la loro identità lasciata in fondo al mare tra le onde di acqua salata.
La valigia è pronta, è entrato tutto all'interno, sono pronto ad andar via...