Post n°127 pubblicato il 25 Maggio 2011 da Mr_Doberman
È notte. Le ore, i minuti, i secondi scorrono lenti. Gli occhi pieni di sonno aspettano impietosi l'arrivo del nuovo giorno. Penso e ripenso alle ore del giorno precedente, soprattutto le ultime. Errori non voluti, frasi sbagliate, o forse nulla di tutto ciò, forse solo l'ultima, l'ennesima, illusione.Ieri sera ho fatto centro due volte: due persone, due sms, due litigi.E intanto i minuti passano lenti, più tardi tornerò a casa, dormirò (forse) e poi tutto ricomincia da capo. E intanto adesso che i minuti scorrono lenti vorrei compagnia... |
Post n°126 pubblicato il 23 Maggio 2011 da Mr_Doberman
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Post n°125 pubblicato il 11 Maggio 2011 da Mr_Doberman
Percorrevamo le strade del centro indifferenti a tutto. L'uno affianco all'altra come due persone che si conoscono da una vita con tante cose da raccontarsi, frasi che aspettavano di essere dette da tanto tempo. Le parole scorrevano intime tra il ritmo cadenzato dei passi ed un caffè sorseggiato con tutta la calma possibile seduti a un tavolino di un bar. |
Post n°124 pubblicato il 04 Maggio 2011 da Mr_Doberman
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Post n°123 pubblicato il 18 Aprile 2011 da Mr_Doberman
Ho la netta sensazione che la salita della vita si stia facendo più ripida in questo spazio in sto inciampando. |
Post n°121 pubblicato il 04 Aprile 2011 da Mr_Doberman
Ognuno di noi ha un mondo tutto per se, un mondo differente e parallelo al mondo reale in cui conduciamo la quotidiana esistenza. E' un universo parallelo che solo noi stessi possiamo conoscere, una realtà non reale in cui esiste il nostro vero essere. Ciò che siamo in quel mondo "privato" non corrisponde mai a come ci vedono gli altri, o a come ci mostriamo agli altri. Qualcuno più erudito di me dirà che queste sono banali elucubrazioni mentali, per me sono espressioni dell'essere. |
Post n°120 pubblicato il 29 Marzo 2011 da Mr_Doberman
Si erano incontrati una mattina di fine inverno, soleggiata ma ventosa. Si erano incontrati per un caffè all'interno di un bar dalle pareti colorate e dall'arredamento bizzarro. Seduti uno di fronte all'altra sorseggiavano lentamente il caffè nero e schiumoso come se fosse una bevanda preziosa, ma non per assaporarne fino in fondo ogni singola goccia del liquido scuro, come se fossero dei degustatori, ma per prolungare il più possibile quel momento di apparente intimità che si prova quando si ha di fronte una persona da guardare fisso negli occhi, tenendo tra le mani una tazzina calda. Parlavano, discutevano, cercavano di esprimere i loro sentimenti, ciò che provava l'uno nei confronti dell'altra, ma senza essere espliciti, lasciando un velo di mistero, come a voler mantenere un certo livello di pudore nell'esternare i propri sentimenti. Voglio farti capire che per te provo qualcosa, ma non voglio dirti cos'è quel qualcosa. Questo in sintesi, il filo del discorso.Le parole venivano fuori dalle loro bocche e le loro orecchie percepivano quelle parole dette, ma tra di loro c'era un altro discorso intrapreso, un discorso che le loro menti facevano proprio e lo assimilavano al contrario delle parole che si dicevano.I loro occhi si guardavano fissi con una intensità che era impossibile distogliere lo sguardo. I loro occhi comunicavano, parlavano, si scambiavano i loro veri sentimenti, si dicevano ciò che non volevano dirsi con le parole: era un discorso fatto di abbracci, baci, di corpi avvinghiati, di mani che scorrevano sul corpo della persona che avevano di fronte, di sussurri dolci e sussurri marchiati dal fuoco della passione, un discorso fatto di desiderio, voglie, sogni e speranze.Terminarono il loro caffè mentre le loro mani si erano intrecciate e si accarezzavano. Stettero ancora un pò seduti a quel tavolo, a parlare e a guardarsi. Poi si alzarono, uscirono fuori sul lungomare spazzato dal vento, si salutarono con un semplice bacio sulla guancia come due semplici amici e si allontanarono così come erano venuti, ma si erano finalmente detti ciò che si volevano dire, ma non con le parole... |
Post n°119 pubblicato il 26 Marzo 2011 da Mr_Doberman
Ci sono momenti della nostra esistenza in cui siamo costretti ad affrontare delle difficoltà per le quali non siamo preparati. Nessuno ci ha insegnato come affrontarle. Non esiste nessun manuale d'istruzione da consultare, bisogna solo affidarsi al proprio istinto, senza paura di sbagliare e se anche si sbaglia se ne pagano le conseguenze e se ne trae un insegnamento per il futuro.Quando si è genitori tutto ciò si amplifica. Nessuna scuola ci insegna come far bene il genitore e quando capitano i problemi che riguardano i propri figli sei lì da solo a prendere una decisione, con tutta la responsabilità che tale scelta potrà comportare nella crescita della tua creatura.Così quando di notte ti trovi con tua figlia seduta sul letto che piange singhiozzando impaurita e così continua fino l'indomani mattina nonostante i tuoi sforzi per poterla calmare e capirne il perché, beh in quei casi ti senti davvero impotente e impreparato, ma il tuo ruolo di genitore non ti permette di dire "non so che fare". Devi affrontare il problema con tutte le tue paure e le tue incertezze, ma allo stesso tempo dimostrarti forte e pronto ad aiutare i tuoi piccoli a crescere. E nello stesso tempo cresci pure tu. |
L'ANGOLO DELLA MUSICA
Non c'è montagna più alta
di quella che non scalerò
Non c'è scommessa più persa
di quella che non giocherò
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Di colpo ti rendi conto che, per quanto importanti e viscerali, certi ricordi sono e restano ricordi.
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