Giusto per ricordarti una cosetta:
Alitalia, Air France lascia la trattativa
Prato si dimette, compagnia nel caos
I rappresentanti della compagnia interrompono il confronto con i rappresentanti dei lavoratori
ROMA - L'incontro tra i sindacati e il gruppo Air France-Klm non ha avuto l'esito sperato: il colosso aereo franco-olandese ha infatti respinto la controproposta presentata dalle organizzazioni sindacali. La delegazione francese ha rifiutato la piattaforma indicata dalle otto sigle sindacali (la Uil aveva invece deciso di sfilarsi) e ha lasciato il tavolo della trattativa. E nello spazio di poche decine di minuti è arrivata la notizia delle dimissioni del presidente e amministratore delegato di Alitalia, Maurizio Prato. Il consiglio di amministrazione della compagnia è già stato convocato per le 13 di giovedì. Poi la parola passerà anche al consiglio dei ministri per le valutazioni del caso. «Speriamo che il governo si faccia sentire - è il commento del leader della Cisl, Raffaele Bonanni - e riporti al tavolo Spinetta e il sindacato per continuare la trattativa».
Il numero uno di Air France, Jean Cyril Spinetta (Ansa)
«PROPOSTA INACCETTABILE» - «Questa proposta non è accettabile, perché non rientra nel mio mandato», ha detto il numero uno di Air France-Klm, Jean Cyril Spinetta, secondo quanto riferito da chi era presente all'incontro. Spinetta ha aggiunto di essere «contrario a livello personale» e che «le controproposte dei sindacati avrebbero bisogno di mesi per essere valutate, un tempo di cui Alitalia, viste le sue condizioni, non dispone». E quindi: «finisce qui», ha concluso alzandosi dal tavolo e andando via assieme al suo staff. «Prendo atto con rammarico della rottura dei negoziati che non dipende da noi - ha dichiarato poi il numero uno del gruppo franco-olandese -. È un progetto nel quale credevo profondamente e nel quale continuo a credere perché avrebbe permesso all'Alitalia di ritrovare rapidamente la strada per una crescita redditizia».
GIORNATA DIFFICILE - La giornata si era aperta sotto un certo ottimismo, per quanto cauto: era stata ribadita la disponibilità del gruppo franco-olandese a un'apertura su un'accelerazione del rinnovo della flotta, con un impatto positivo sugli esuberi previsti per piloti e assistenti di volo. Spiragli anche nella trattativa sui cargo e Atitech (i cui lavoratori, a Napoli, avevano comunque inscenato una protesta bloccando la pista di Capodichino). Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, era invece tornato a ribadire che «non esistono alternative» ad un'intesa con la compagnia transalpina: il rischio per Alitalia sarebbe il fallimento.
Maurizio Prato (Ansa)
LE RICHIESTE DEI SINDACATI - Le otto sigle sindacali che si erano sedute al tavolo con Air France avevano avanzato una controproposta unitaria chiedendo, tra l'altro, che non vengano chiuse le attività cargo, che venga dismesso un numero minore di aerei, e che la società finanziaria del Tesoro, la Fintecna, partecipi all'aumento di capitale previsto con una quota di minoranza e conferisca l'intera quota che possiede in Az servizi alla «Nuova Alitalia». «Consapevoli della necessità di un più ingente aumento di capitale rispetto a quanto previsto da Air France-Klm - si legge in un documento dei sindacati - ed in considerazione della sua posizione più volte espressa di non voler eccedere l'ammontare di un miliardo di euro la proposta sindacale trova reale consistenza attraverso la partecipazione all'aumento di capitale da parte di Fintecna con una quota di minoranza».
«SERVE UN ESORCISTA» - Amaro il commento del presidente di Alitalia, Maurizio Prato: , poco prima dell'annuncio delle sue dimissioni: «Questa azienda ha una maledizione, soltanto un esorcista può salvarla». Il numero uno della compagnia aveva lasciato intendere ai sindacati la possibilità di un suo abbandono: «Ora va data una scossa, va presa una decisione forte. Ho fallito e devo dare un segnale personale». «Non si può trascinare la situazione stancamente per qualche giorno - avrebbe poi aggiunto Prato - nè il governo nè il Paese si renderebbero conto di quanto le interferenze continue del sistema hanno avvelenato la situazione di un'azienda quotata in Borsa». Intanto già si parla della creazione di una unità di crisi «per evitare il dramma», di cui facciano parte il management, i sindacati e i lavoratori «per gestire la situazione e garantire l'operatività aziendale» |