Mr Nice Guy

What’s left


Dopo aver pubblicato il post di ieri, mi sono messo a dare una sistemata al box “blog amici”, per vedere chi c’era e chi è rimasto. Avevo l’intenzione di ricominciare a scrivere qualche cosa di tanto in tanto per fare chiarezza, e perché no, sfiatare un po’ la valvola delle stronzate che mi ribollono nella testa. Così, volevo un po’ riagganciare i fili dei rapporti con quelle persone, che alla fine mi hanno accompagnato per le pagine del mio blogghino, durante un periodo tutto sommato felice e spensierato della mia vita. Pochi, ne son rimasti. Praticamente nessuno, in realtà.Diamo la colpa a facebook, che al tempo del mio allontanamento dal blog era una specie di novità, mentre adesso è un fatto sociale semplice e dichiarato, una realtà imprescindibile con cui fare i conti. O consideriamo anche il fatto che un blog, per sua natura, spesso è transitorio, come lo dimostra il mio stesso andare e venire da queste pagine nel corso degli anni.Però la verità è che la vita continua per tutti, e per quanto possa sembrare una banalità, detta in questo modo e con queste parole, il punto è che difficilmente si può entrare ed uscire dalla vita delle persone, e riprendere le cose nel punto esatto in cui le hai lasciate. Dal vivo, “in real life”, e a maggior ragione fra le pagine volanti e virtuali di un blog su internet.Io per primo, non sono più la persona che scriveva i post pieni di… tutto quello di cui erano pieni, e cioè cavolate, riflessioni oziose, racconti sulla mia vita e sulle mie mezze disavventure in campo sentimentale. Tutti scritti con lo spirito spavaldo, autoironico e fondamentalmente pieno di ottimismo, tipico di un trentenne nel pieno delle forze con carriera, vita, futuro e voglia di mettersi in gioco ed in discussione. Per carità, nemmeno voglio far la parte di quello che è invecchiato di brutto dall’oggi al domani, ma la questione nella semplicità più estrema, è che a rileggere quello che scrivevo tempo fa, faccio fatica a riconoscermi. Mi ricordo di quel tempo, e mi fa piacere leggermi in quella veste, ma la verità è che non sono più quella persona.Non voglio annoiarvi con la cronistoria delle mie amarezze, perché non ne avete bisogno voi, e non ne ho bisogno io. Seriamente, se c’è una cosa di cui nessuno ha bisogno, soprattutto in tempi come questi, è di leggere o parlare di amarezze proprie o altrui. Con tutto l’amaro che c’è in giro, mi stupisco che non esca Cinar dai rubinetti, ma probabilmente è perché a berlo, sembrerebbe dolce come la gazzosa. Una cosa però è certa, certissima e sacrosanta: mi è tanto mancato un luogo in cui sparare due cazzate in santa pace, senza che nessuno si possa mettere a commentare su quanto siano appropriate o meno. Un luogo in cui scaricare tutta la fuffa che si ammassa nel mio cervello, incontrastata ed incontrastabile, e spacciarla presuntuosamente per l’opera del mio ingegno, cercando di convincervi che in realtà non si tratta di fuffa, ma roba di qualità. No gente, è tutta fuffa, ma lo sa il Signore se non ho bisogno di sparare due scemenze di tanto in tanto, con la tastiera sulle gambe ed il cervello a ruota libera.Ammettiamolo, la battuta sul criceto nel la testa è vecchia, ma sempre efficace, ed adesso che la mia Molly non c’è più (sono stato un pessimo padre per quella povera criceta), il criceto è tornato a far girare la ruota nella mia testa. Ed è lì da alcuni anni, da quando ho smesso di scrivere su questo blogghino, che corre all’impazzata, macinando una stronzata dietro l’altra, fatto come un caco. Insomma, nel mio cervello c’è un criceto fatto di anfetamine, ed io ogni tanto devo pulirgli la gabbietta, altrimenti poi sta male.Ecco, questa è la mia gabbietta.