Mr Nice Guy

Il Mister e il Gay Radar


Per chi non lo sapesse, con l’espressione “gay radar” ci si riferisce alla capacità di indovinare le preferenze sessuali di qualcuno a prima vista, senza parlarci e soprattutto senza fare domande imbarazzanti. Non è una cosa che viene sbandierata ai quattro venti, ma nella comunità GLBTQ & affini (Gay Lesbo Bi Trans Queer  e altre sigle varie) questa capacità è essenziale e si sviluppa particolarmente in fretta. Ora, come si spiega che il vostro Bravo Ragazzo preferito, che è etero oltre ogni possibilità di redenzione, sia in possesso di un gay radar in grado di far impallidire una portaerei americana?Una delle cose che mi ero sempre chiesto da ragazzo, era come facessero i gay a riconoscersi fra di loro. Lo so che non è una di quelle domande che la gente si fa tutti i giorni, ma io me lo chiedevo lo stesso. Al tempo ero convinto che, tolte le checche più clamorose e le lesbiche più camioniste, fosse praticamente impossibile intuire le preferenze sessuali di qualcuno con una semplice occhiata. Da qui, il dubbio. Del resto, va anche detto che fino ai 25 anni, per quanto mi riguarda i gay erano una specie di creatura misteriosa, di quelle che sai che ci sono, ma non le hai mai viste. Un po’ come gli eschimesi o i tuareg, sai che esistono, ma non è che ci hai mai fatto due chiacchiere.D’altra parte, senza il gay radar, diventa anche impossibile riconoscerli, per cui probabilmente un sacco di gay, di lesbiche e di trans mi sono passati proprio davanti agli occhi, ed io non me ne sono accorto per niente. Poi d’improvviso, intorno ai 25 anni, i gay hanno trovato me. Dall’oggi al domani, hanno cominciato con tutta una serie di occhi dolci, di paroline gentili, di allungamenti di mani, e attaccavano bottone nei posti più disparati. Alla fine ho capito che erano gay, perché tutte le chiacchiere finivano sempre con un invito a prendere un aperitivo, a studiare assieme o a fare un salto a casa loro. E quando gli dicevo di no, facevano pure la faccia da due di picche.Ero talmente stupito di questa cosa che un giorno l’ho raccontata mentre ero con la mia fidanzata del tempo ed un gruppetto di sue amiche. Un ragazzo aveva tentato di rimorchiarmi! A me! Allora i gay esistono  per davvero! Neanche a farlo apposta, in quel gruppetto di amiche c’era un ragazzo, e quel ragazzo era gay. Franco. Ci riprovo cento volte, impossibile che mi ricapita. Eppure, trac! che gaffe pazzesca… Comunque poi abbiamo fatto amicizia, ed è stato proprio Franco a spiegarmi dell’esistenza di questo famigerato “radar”, che altro non è, se non la capacità di leggere tutta una serie di segnali lanciati inconsciamente.Ebbene, udite udite, persino il buon Franco aveva avuto qualche dubbio sul mio orientamento sessuale, e mi aveva classificato come “quasi etero” solo perché stavo con la sua amica. Quasi, perché il dubbio che fossi bisex gli era venuto, ma se ne stava zitto per non generare tensioni con la mia fidanzata. A sentir Franco, io emettevo delle chiarissime “vibrazioni gay”. Ecco quindi spiegato come mai i giovanotti di passaggio si sentivano tranquilli e provavano a rimorchiarmi. Che comunque, per buona misura, persino Franco mi ha chiesto se ero proprio sicuro di non essere gay. Eccheccazzo Franco, lo saprò, no?In ogni caso, fra le tante cose che Franco mi ha raccontato, e che non sto qui a ripetervi perché siamo in fascia protetta, c’è stato anche “come” funziona il radar. Cosa guardare, come guardare, quali sono i segnali indicatori, in che modo capire se il ragazzo che ti sta di fronte proverà un approccio, o magari se la ragazza che vuoi abbordare ti tirerà un inevitabile due di picche. Improvvisamente, ho cominciato a vedere oltre il muro dell’eterosessualità, e da quel momento all’interno della mia vita sono apparsi numerosi amici gay e amiche lesbiche. Santo cielo, persino l’Attivista era mezza lesbica. Lesbica maschio per giunta, come vi dicevo in questo post.Adesso, dopo tanti anni di pratica, riesco a riconoscere un gay dagli occhiali che porta o da come si abbottona la camicia, una lesbica dai pantaloni o dal taglio di capelli, e una trans da come tiene il bicchiere. Certo, ancora non mi spiego come mai ho cominciato ad emettere “vibrazioni gay” di punto in bianco, visto che seriamente non arrivo a 3 nella scala Kinsey. Tra l’altro, al contrario dell’80% delle donne che ho conosciuto, che al dottore, con l’amica, ci avevano giocato tutte. Ma tant’è, almeno so che non mi scambiano per una checca, e ormai quando le donne mi dicono che ho un lato femminile molto sviluppato, non me la prendo nemmeno più.Voglio dire, se posso confondere un gay, mi pare quasi il minimo.