Mr Nice Guy

I brasiliani, il calcio e la voglia di far festa


Non si può dire di aver fatto festa per davvero, fino a quando non si vede cosa combinano dei brasiliani il finesettimana. L’anno scorso ho fatto un master in sistemi di gestione, ed uno dei miei compagni era un ragazzo brasiliano di 25 anni, una persona assolutamente deliziosa. Beh, una domenica ce lo vediamo arrivare un po’ sbattuto, e lui ci spiega che sabato ha fatto festa fino alle undici di sera. Di fronte alle nostre facce dubbiose, tira fuori il telefonino e ci fa vedere un video che ha girato il giorno prima. Musica, vino, grigliata e una ventina di persone che ballavano alle 8 di mattina. Dalle 8 di mattina, fino alle undici di sera.Da quel giorno, quando penso alle feste o ai locali dalle nostre parti, mi viene il magone. Al di là del fatto che quando vai in un locale, lo vedi chiaramente in faccia alle persone che non si stanno divertendo, quello che mi fa impazzire è il comportamento di noi italiani il sabato sera. Le donne single mediamente sono in due stati, ossia stronze o sfatte, mentre gli uomini single generalmente sono frustrati o frustrati e sfatti. Uno spettacolo penoso, e alla fine hanno tutti la faccia di uno che sta succhiando un limone.Ecco allora che la differenza con i brasiliani si vede, ed è lampante: il sottotesto, lo spirito che mettono nell’uscire per andare a divertirsi. Non ho idea di come funzioni al sud, ma qui al nord c’è uno scopo ben preciso, quando si va in giro per locali. Quello scopo è rimorchiare. È come se il pub o la discoteca fossero vissuti come una partita, in cui si parte per la vittoria e si cerca di segnare dei punti. Nessuno esce dallo spogliatoio con l’intenzione di pareggiare o di perdere, perché quando entri in campo, lo fai per vincere. E questo sottotesto, questa finalità nemmeno troppo nascosta, si legge chiaramente in faccia alle persone.Inevitabilmente, quando verso la metà del secondo tempo il punteggio è sul 10-0, la frustrazione si fa sentire. Da una parte la squadra delle donne ha dovuto difendere la porta dagli assalti più ridicoli e disperati, dall’altra la squadra degli uomini ha provato più o meno di tutto, dal nascondersi il pallone sotto la maglietta al corrompere l’arbitro o i giocatori avversari. Annaffiando il tutto d’alcol, e finendo con la faccia di uno che succhia un limone. Ed è un peccato, perché la partita dovrebbe essere un’amichevole, non la finale di champion’s league.Che poi, quando hai l’aria di uno che si sta divertendo, il gioco migliora e magari va pure a finire che ci scappa una bella azione. Non un gol in rovesciata da fuori area, ma sicuramente una bella azione, di quelle che poi racconti agli amici e si ride tutti assieme, anche se magari hai beccato la traversa. O la classica amica rompi cazzo ti è entrata a gamba tesa mandandoti lungo disteso, proprio mentre l’arbitro contava le margherite insieme ai guardalinee. Manco ti assegnano il rigore, ma non importa, perché è stato divertente ed hai una storia da raccontare.Ecco, quando rifletto su queste cose, penso che dovremmo veramente imparare dai brasiliani. Non tanto sul calcio, che pure mi sembra se la cavino benino, quanto sullo spirito. Bisognerebbe avere lo spirito che hanno loro. Il finesettimana si esce per divertirsi, per sparare cazzate con gli amici, per strafogarsi di porcherie e di carne alla griglia, per sbevazzare allegramente e per fare qualcosa di veramente stupido. Per avere qualche storia divertente da raccontare agli amici, quando ti sono passati i postumi della sbronza.Perché nessuna storia decente comincia mai con un’insalata.