Mr Nice Guy

Misurare la vita in chili e pagnotte


Ogni tanto mi capita di incontrare delle persone così piene d’amore, di ideali e buoni sentimenti, che probabilmente scoreggiano arcobaleni. Avete presente quelli che se una cosa vale veramente la pena, bisogna dare l’anima, che la felicità è saper apprezzare ogni meraviglioso attimo della vita, e che l’amore fa girare il mondo? Ecco. Tutte le volte che mi trovo a discutere con queste persone dai toni struggenti e melodrammatici, io ci faccio la figura di quello cinico e gretto, che parla di fatti e di cose, di numeri e di statistiche. Di quello che misura la vita in chili e pagnotte.Per cercare di cancellare quest’immagine di me, potrei raccontare la solita storia che una volta ero un sognatore, e poi la vita mi ha cambiato. Potrei dire che una volta ero pieno di ideali, poi la durezza della realtà mi ha fatto diventare un’anima disillusa, così mi sono protetto con un’armatura di cinismo, in modo da difendere il mio cuore sensibile e non essere più ferito nel profondo. Però sarebbe una stronzata cosmica. Tutti siamo più o meno sensibili, e tutti ce la gestiamo in qualche modo, ma il punto è che la realtà se ne frega e rimane esattamente uguale, indipendentemente da come la vedi. Quindi tanto vale vederla per come è fatta veramente.La realtà fa abbastanza schifo, e non è pessimismo, è la verità. La realtà è piatta, banale, ripetitiva, e piena di bollette. È per questo che mi piace così tanto la fantascienza. Intanto non si parla di bollette, e se c’è una bolletta, è quella del teletrasporto, poi le storie d’amore sono sempre più divertenti quando ci sono di mezzo le astronavi, e infine se il libro ti fa cagare, lo puoi sempre buttare fuori dal finestrino. Se la realtà ti fa cagare, puoi provare a cambiarla nel tuo piccolo, ma non è che puoi buttarla dal finestrino. Al massimo ti butti tu, ma come alternativa tenderei a scartarla.Però il fatto che la realtà faccia abbastanza schifo, non mi impedisce di apprezzarla quando ne ho l’occasione. La apprezzo per quella che è, nel bene e nel male. Di sicuro non mi metto a negare tutte le difficoltà della vita, infondendole di un’aura romantica, nobilitata dalla bellezza delle difficoltà e dallo spirito di sacrificio. La realtà è davanti agli occhi di tutti, e soprattutto i fatti sono corroborati da una solida verità oggettiva.A me piacciono le cose misurabili, non le disquisizioni sui sentimenti. Io sono per l’approccio oggettivo, non quello soggettivo. Quando sento gente che mi parla di un fuggevole incontro d’amore, intenso e carico di passione, un unico atto irripetibile che ha impresso un marchio a fuoco nei loro cuori, indimenticabile per il resto della vita, mi girano le balle. È stata una sveltina, no cazzate! Tra l’altro con una persona che poi non ti caga più, perché sennò era ripetibile. A me piacciono i rapporti sessuali regolari, fatti come dio comanda, e senza tante stronzate di contorno. Io ti amo, tu mi ami, quindi facciamo l’amore. Tutti i giorni, se possibile, o almeno tre volte a settimana.Quando alcuni uomini mi fanno i discorsi sull’importanza dell’amore, o sull’incantevole complessità del genere femminile, sulla loro delicata fragilità e intima dolcezza, io vorrei strozzarmi con la tastiera. Seriamente, ma che donne hanno conosciuto? Ho visto più vipere assassine io in 36 anni, di uno studioso di rettili in tutta la sua carriera. Poi ho anche avuto la benedetta fortuna di incontrare tante donne meravigliose, amiche e compagne, ma ho visto certe serpi in grado di ingoiarsi un uomo per antipasto o di andare fuori di testa come un tossico di metamfetamine, altro che incantevole complessità e intima dolcezza.Poi ci sono quelli che mi snocciolano la manfrina del “non mollare mai”. Quelli che ti dicono che se una cosa è importante, nella vita e nelle relazioni, ci devi provare fino all’ultimo respiro che ti resta in corpo, perché il vero scopo della vita è seguire i propri ideali e dare l’anima per un traguardo meritevole. Quelli che non bisogna mai darsi per vinti, mai rinunciare, se ci tieni per davvero, perché alla fine ce la farai sicuramente. Seriamente, è come se li sentissi dire che “il mondo è bello e gli uccellini cantano”, non ho nemmeno parole per rispondere.Infine, ci sono quelli che mi tirano fuori la storia del “cogliere l’attimo fuggente”. Quelli che bisogna sempre cercare la felicità, perché la vita è breve e va vissuta senza sprecare un momento, alla ricerca di quel piccolo e fulgido granello di gioia sublime che dà senso all’esistenza. Perchè tutti ci meritiamo la felicità. Che posso dire. La felicità è una truffa, gli unici felici sono quelli che stanno al manicomio o i fabbricanti di antidepressivi. Chi parte per la ricerca della felicità, in fondo alla strada trova soltanto il Prozac e il trattamento sanitario obbligatorio. L’unica cosa per cui vale veramente la pena di sbattersi, è la serenità. Quella è un miraggio, ma se uno ci si impegna per davvero, magari alla fine ci arriva. E allora se la merita.Insomma, il mio non è cinismo, è realismo. Non si tratta di misurare la vita in chili e pagnotte, si tratta di avere i piedi per terra e guardare il mondo senza i paraocchi. Con lo struggimento interiore e con l’attimo fuggente non ci paghi le bollette, gli ideali li danno in saldo, l’amore spesso è una fregatura e la felicità è una truffa. Però comunque se ti impegni di tanto in tanto vinci pure, la serenità è lontana ma non è irraggiungibile, e se hai culo, magari fai pure la strada con una persona accanto. Questo non vuol dire essere gretti o disillusi, vuol dire essere oggettivi.Un tanto al chilo, ma oggettivi.