Mr Nice Guy

La mia percezione del tempo


Dopo tanti anni di ufficio, mi rendo conto che il mio modo di percepire il passato, il presente ed il futuro sono stati stato enormemente condizionati dal calendario di Outlook. Quel maledetto calendario è riuscito a farmi cambiare il modo in cui ho cognizione del tempo in maniera subdola ed assolutamente insospettata. Adesso vedo la mia esistenza come tanti calendari, solo con un diverso grado di zoom.Il modo in cui concepisco il futuro, il grado di realtà con cui esiste un evento nella mia vita, dipende in maniera incredibile dalla sua distanza nel tempo. Quando penso alle cose che farò, programmate o meno, non posso evitare di vedere tutta una serie di calendari, con diverse visualizzazioni a seconda della scala di riferimento. A seconda di quanto lontana è una cosa, la vedo con un ingrandimento diverso, e soprattutto per quanto mi riguarda un evento non è reale, se è destinato ad accadere più in là del lunedì successivo.Fra più di 10 anni nel futuro, non c’è niente. 12 anni fa mi sono preso un brutto spavento, una di quelle cose che ti tolgono la sicurezza che abbiamo tutti di campare fino a 90 anni. Insomma, se realizzi che nel futuro potresti anche non esserci, non è che ti ci metti a pensare più di tanto. Quindi il mio futuro fra più di 10 anni è completamente un foglio bianco.Quando penso a 5 anni nel futuro, è come se vedessi un armadio con le cose dentro gettate un po’ alla rinfusa, senza un ordine preciso. Quelle sono le cose che mi piacerebbe fare, che dovrò fare o che potrebbero succedere. Sono lì, ogni tanto ci penso, e le percepisco sempre come disposte in un ordine un po’ casuale. Mi sposerò, ci saranno dei figli, potrei divorziare, il lavoro, la macchina, tutte le cose che una persona potrebbe pensare per il proprio futuro a medio termine, messe là dentro.Entro i cinque anni, già passo in modalità calendario. I due o tre anni successivi, li vedo come 3 piccoli calendarietti uno sopra l’altro, con qualche pallino segnato qui e là. Se l’anno prossimo voglio mettere il barbecue in giardino, c’è un pallino a maggio dell’anno prossimo. Non importa se magari l’anno prossimo potrei già aver cambiato lavoro ed essermi trasferito, intanto c’è un pallino. Un appunto per le cose da fare.I prossimi mesi, in generale dal mese prossimo fino a dicembre, tendo a vederli come una lunga striscia di carta, con dei calendari mensili uno affiancato all’altro, che scorre verso di me o da sinistra a destra. A volte mi sembra di avere la consapevolezza di un evento che ci sarà nel futuro, come le vacanze estive o un viaggio, altre volte è come se vedessi delle cose in lontananza, ma in ogni caso sono eventi che non mi condizionano la vita. Sono ancora idee, e salvo rarissime eccezioni, niente di quello che faccio o che farò nei prossimi giorni è collegato al futuro.La mia unità di misura è la settimana. Tutto quello che succede la settimana prossima o quella successiva è già là, ma ancora semplicemente non esiste. Forse succederà, forse no, non si può sapere fino al lunedì successivo o alla domenica sera. Tutto può cambiare, quindi fino alla prossima settimana è ancora tutto in formato “visualizzazione mensile”, con una serie di appuntamenti segnati, ma che possono essere spostati come le pedine, per cui non hanno la minima parvenza di realtà.Il mio reale comincia il lunedì. Tutto quello che è stato programmato, uscite, cene fuori, appuntamenti con le persone o con gli amici, dove sono e cosa farò, è come se stesse già succedendo contemporaneamente. Lo vedo, ho la percezione di quando succederà, e in altre parole “esiste”. Ogni tanto posso spostare il giorno in cui voglio andare a fare delle compere o la spesa, magari una trasferta o un appuntamento con un’amica, ma è sempre una cosa che sta all’interno della settimana, quindi è reale e “sta succedendo”. Quando sposto qualcosa alla settimana successiva, è come se lo rimettessi nella zona di irrealtà, facendolo sparire.Il mio passato è come il cassetto grande della mia scrivania, dove si sono ammonticchiati appunti, relazioni, libri e dispense raccolti negli anni, senza un ordine preciso. Quello che mi è successo nel passato è lì, ugualmente reale e presente, anche se è successo 20 anni fa. Magari non trovo più qualcosa, le cose meno importanti le ho semplicemente dimenticate, ma il resto ce l’ho davanti agli occhi tutto assieme. E certe figure di merda che ho fatto in passato, magari quando avevo 10 anni, ancora mi fanno vergognare come se fossero successe ieri.Ogni tanto, quando penso a questo modo un po’ strano che ho di pianificare le cose e di viverle, mi rendo conto che può sembrare leggermente da psicotici. Me ne rendo conto io per primo, mica voglio nascondermi dietro ad un dito. Però è un modo comodo per gestirsi la vita, e forse l’unico sistema se devi lavorare, andare in trasferta e mantenere una vita sociale, quando vivi da solo e devi badare a casa e soprattutto a te stesso. Certo, uno degli svantaggi è che cominci a pianificare tutto, da quando fare il bucato a quando stirare le camicie.Giusto per farmi capire, oggi e domani sono a Castelfiorentino, sabato e domenica sarò a Bologna, per cui in valigia ho il cambio per 4 giorni e nel portabagagli della macchina c’è il ferro da stiro. So che martedì sera vedrò mio fratello, mercoledì  sarò a pranzo sono ad udine e la sera vedrò un amico, giovedì sono tutto il giorno ad ancona e rientrerò dopo le 22, mentre sabato sera andrò a trovare i miei a Bassano. Quindi lunedì sera mi aspettano due lavatrici, in freezer ho da mangiare preparato per 3 giorni, venerdì sera mangerò una pizza, e mi resta solo da vedere se martedì, uscito dal lavoro, dovrò andare al supermercato a comprare qualcosa per la colazione o il pranzo di sabato. Chiaramente, ho già scritto tutti i post da qui a venerdì prossimo.L’altro svantaggio, è che cominci a detestare le sorprese. Ma di brutto, anche.