Mr Nice Guy

I domenichini tristi


Ogni tanto, quando faccio un giro in città di sabato o di domenica pomeriggio, mi capita di vedere quelle coppiette di fidanzati che stanno sedute al tavolino del bar con l’aria un po’ assente. Se ne stanno ferme e zitte, senza guardarsi, senza parlarsi e senza darsi la mano, magari con il caffè o con il gelato davanti, e aspettano che passi il tempo. Ogni volta che li guardo, mi viene il magone. Io li chiamo i “domenichini tristi”.Vedere una coppietta giovane che se ne sta lì senza ridere o chiacchierare, senza condividere qualcosa, anche fosse soltanto il semplice piacere della compagnia reciproca, mi mette veramente un sacco di tristezza. È come se rappresentassero tutto quello che non vorrei mai vedere in una relazione, e lo facessero senza muovere un muscolo, semplicemente stando fermi. Come se fossero l’immagine stessa di ciò che ti spegne il cuore e ti condanna all’infelicità. C’è una persona che ti sta accanto, e tu non hai niente da dirgli.Ho sentito tante persone sostenere che dopo un po’, le cose da dirsi finiscono e basta. Secondo loro, quando cominci una relazione hai un sacco di cose da raccontarti, passi il tuo tempo a conoscere chi ti sta accanto e nelle pause ti rotoli appassionatamente fra le lenzuola, ma poi basta. Nel momento in cui hai raccontato tutta la tua vita, quando le acrobazie erotiche hanno perso il sapore della novità, è inevitabile che le cose da dirsi prima o poi finiscano. Ecco allora che una coppia normale, diventa una coppia di domenichini tristi.A me non è mai successo, un po’ perché sono un chiacchierone pazzesco, e un po’ perché nella mia testa c’è un criceto fatto di anfetamine che corre all’impazzata. Quindi magari sparo un mucchio di cazzate di cui mi pentirò per il resto della vita, ma di sicuro non passo il tempo a fissare l’infinito. Però quando vedo quelle coppiette silenziose, mi domando se un giorno potrei fare anche io la loro fine, seduto al bar accanto ad una persona, e senza niente da dirci. In quel momento, non posso fare a meno di chiedermi se quello è veramente il destino di tutte le coppie, oppure se c’è qualche possibilità di salvezza.L’altro giorno parlavo con la Mirty, e secondo lei quando quelle coppiette fanno un figlio, di solito riacquistano un’aria un po’ più vispa. In effetti, potrebbe anche darsi. Voglio dire, avere un figlio piccolo è come girare con una sirena antiaerea che suona all’improvviso, e che per spegnerla devi fare la corsa ad ostacoli, quindi non è che ti resta molto tempo per annoiarti. Però più che una soluzione, mi sembra un girare intorno al problema, lasciandolo lì per il futuro. Poi magari funziona, ma non mi metterei a farci le scommesse.Quello che mi domando veramente, è come sia possibile che due persone non abbiano più niente da dirsi. E non sto parlando di “non sai cosa mi è successo oggi”, che se quello sparisse, probabilmente farebbero un giorno di festa nazionale. Tipo la festa del primo maggio o l’assunzione in cielo della Madonna. Parlo di cose normali, quelle conversazioni che iniziano con “Ma secondo te…” e finiscono con “Sei sempre il solito cinico maschilista!”. Roba di tutti i giorni, insomma, mica fisica aerospaziale. Eppure, a quanto pare succede.E ogni volta che ci penso, mi convinco che due persone smettono di chiacchierare, quando non gli interessa più quello che l’altra persona potrebbe pensare. Se non te ne frega niente di quello che sta nella testa di chi ti sta accanto, non hai nemmeno motivo di chiederglielo. Solo che mi sembra così impossibile che si possa arrivare a quel punto, e ancora pensare di essere innamorati, che faccio fatica a crederci.Intendiamoci, se stessi con una donna che mi parla esclusivamente della sua giornata di lavoro, della palestra, di gossip e delle sue amiche, probabilmente scapperei così in fretta da far sbiancare Usain Bolt per la vergogna. Però lo farei mentre ancora quella donna sta parlando, non dopo che ha finito di raccontarmi tutto quello che le è successo, perché va bene tutto, ma fino a un certo punto. Quindi nella peggiore delle ipotesi, credo che non arriverei a passare il pomeriggio in piazza, davanti ad un caffè, con lo sguardo assente.Eppure, non riesco a togliermi di dosso la paura che un giorno potrebbe capitare anche a me. Perché magari il motivo è un altro. Metti che un giorno ti capita che guardi una persona in faccia, la stessa con cui hai fatto le vacanze, con cui hai chiacchierato per ore, con cui ti sei divertito, hai litigato e hai fatto un sacco di zozzerie, e non ti viene più niente da dirgli. Senza sapere il perché.  Magari non è vero che non te ne frega più niente di quello che pensa, magari ci sono altri motivi. E questo è il vero problema. Perchè se questi motivi ci sono, io non li vedo, ma soprattutto non li capisco.E le cose che non capisco, mi mettono l’ansia.