Qualche giorno fa, sul blog della Laura, si parlava di come fare a capire se una donna è zoccola. Ebbene, per come la vedo io, ci sono due metodi, uno soggettivo ed uno oggettivo. Si può guardare una donna e giudicarla per com’è vestita o come si comporta, oppure basarsi su una serie di parametri oggettivi. Poiché l’argomento mi interessa, dopo anni di studio ho finalmente perfezionato il metodo oggettivo.Per quanto riguarda il metodo soggettivo, è tanto diffuso quanto inaffidabile. Anche se è vero che in molti casi se una donna “sembra” una zoccola, di solito è una zoccola, basarsi sulle apparenze non dà sempre dei risultati corretti. Chiaramente, se a gennaio guardi una tizia, e con i vestiti che ha addosso non ci faresti uno straccio per la polvere, non è che c’è molto da stare lì a discutere. Tuttavia, una gonna giro passera ed una scollatura ombelicale non sono necessariamente indice di zoccolaggine, così come un abbigliamento castigato non garantisce dei costumi monastici.Ci sono infiniti detti popolari sulle apparenze, alcuni anche in contraddizione fra di loro, ma in ogni caso vanno tenuti in considerazione due fattori. Il primo è che le zoccole hanno sviluppato l’abilità di camuffarsi che nemmeno un incrocio fra un camaleonte e uno sniper dell’esercito statunitense. Il secondo, è che tante brave ragazze, sono affette da una forma terminale di cattivo gusto, e non capiscono che nel “vedo-non vedo”, è meglio il “non vedo”.Stesso dicasi per le cosiddette “gattemorte”, perché ogni due che lo fanno apposta, ce n’è una terza che Madre Natura ha afflitto con occhi languidi e modi svampiti. Che magari ha l’animo da camionista curdo, ma sembra comunque una gattamorta. Quindi le apparenze, anche se hanno una certa affidabilità approssimativa, non vanno bene. L’unico sistema, è un metodo oggettivo, un metodo basato sui numeri.Perché possiamo stare qua a fare il discorso sui sentimenti e sulla morale quanto vi pare, ma io lavoro coi numeri, i numeri mi piacciono, e soprattutto i numeri sono oggettivi. Le intenzioni sono aleatorie, quello che importa sono i fatti. Quindi per capire se una donna tende più verso l’ornitologa che verso l’educanda, ci vogliono i fatti. E i fatti sono costituiti da anni di fidanzamento, fidanzati, partner occasionali e via discorrendo. Prendete questi fatti, e otterrete l’efficienza di una donna nel distribuire le proprie grazie. Insomma, quanto l’ha data via, in quanto tempo e con quanta dedizione.Per esprimere questa efficienza, come in ogni metodo oggettivo che si rispetti, ho quindi realizzato una formula. Prendete carta, penna e calcolatrice, e preparatevi a fare i conti. Ecco a voi la “funzione zoccola”.
Come capire se una donna è una zoccola
Qualche giorno fa, sul blog della Laura, si parlava di come fare a capire se una donna è zoccola. Ebbene, per come la vedo io, ci sono due metodi, uno soggettivo ed uno oggettivo. Si può guardare una donna e giudicarla per com’è vestita o come si comporta, oppure basarsi su una serie di parametri oggettivi. Poiché l’argomento mi interessa, dopo anni di studio ho finalmente perfezionato il metodo oggettivo.Per quanto riguarda il metodo soggettivo, è tanto diffuso quanto inaffidabile. Anche se è vero che in molti casi se una donna “sembra” una zoccola, di solito è una zoccola, basarsi sulle apparenze non dà sempre dei risultati corretti. Chiaramente, se a gennaio guardi una tizia, e con i vestiti che ha addosso non ci faresti uno straccio per la polvere, non è che c’è molto da stare lì a discutere. Tuttavia, una gonna giro passera ed una scollatura ombelicale non sono necessariamente indice di zoccolaggine, così come un abbigliamento castigato non garantisce dei costumi monastici.Ci sono infiniti detti popolari sulle apparenze, alcuni anche in contraddizione fra di loro, ma in ogni caso vanno tenuti in considerazione due fattori. Il primo è che le zoccole hanno sviluppato l’abilità di camuffarsi che nemmeno un incrocio fra un camaleonte e uno sniper dell’esercito statunitense. Il secondo, è che tante brave ragazze, sono affette da una forma terminale di cattivo gusto, e non capiscono che nel “vedo-non vedo”, è meglio il “non vedo”.Stesso dicasi per le cosiddette “gattemorte”, perché ogni due che lo fanno apposta, ce n’è una terza che Madre Natura ha afflitto con occhi languidi e modi svampiti. Che magari ha l’animo da camionista curdo, ma sembra comunque una gattamorta. Quindi le apparenze, anche se hanno una certa affidabilità approssimativa, non vanno bene. L’unico sistema, è un metodo oggettivo, un metodo basato sui numeri.Perché possiamo stare qua a fare il discorso sui sentimenti e sulla morale quanto vi pare, ma io lavoro coi numeri, i numeri mi piacciono, e soprattutto i numeri sono oggettivi. Le intenzioni sono aleatorie, quello che importa sono i fatti. Quindi per capire se una donna tende più verso l’ornitologa che verso l’educanda, ci vogliono i fatti. E i fatti sono costituiti da anni di fidanzamento, fidanzati, partner occasionali e via discorrendo. Prendete questi fatti, e otterrete l’efficienza di una donna nel distribuire le proprie grazie. Insomma, quanto l’ha data via, in quanto tempo e con quanta dedizione.Per esprimere questa efficienza, come in ogni metodo oggettivo che si rispetti, ho quindi realizzato una formula. Prendete carta, penna e calcolatrice, e preparatevi a fare i conti. Ecco a voi la “funzione zoccola”.